Solar Orbiter, è iniziato il viaggio verso il Sole con hi-tech made in Italy
di Nico Riva
Dei dieci strumenti che compongono la sonda, l'Italia ha infatti fornito il coronografo Metis (che crea un'eclissi artificiale per studiare la corona del Sole), la Dpu (Unità di processo dati) e il software di Stix, il telescopio rilevatore a raggi X.Al progetto partecipano, oltre all'Asi e all'Inaf (Istituto nazionale di astrofisica), diversi atenei italiani. Ma non solo: per realizzare un obiettivo così rivoluzionario, è necessario un lavoro di squadra. Ragion per cui nel progetto sono coinvolti centri di ricerca di ogni parte del pianeta e, ovviamente, la Nasa. Lo ha sottolineato anche il presidente dell'Asi Giorgio Saccoccia: «Solar Orbiter è un lavoro corale, che nasce da una cooperazione internazionale non solo europea. Il suo lancio è un nuovo passo verso il consolidamento di una leadership italiana a livello globale in un settore strategico come quello dello sviluppo scientifico e tecnologico».
La missione della Solar Orbiter fa parte del più ampio programma scientifico dell'Esa (Agenzia spaziale europea), Cosmic Vision. La sonda impiegherà due anni solo per arrivare a destinazione, ma l'intera missione dovrebbe durare almeno sette anni. Solar Orbiter graviterà a poco più di un quarto della distanza tra noi e la stella infuocata, e sfrutterà la forza di gravità della Terra e di Venere per orbitare intorno al Sole. Perciò spiega l'Esa dovrà sopportare una luce e un calore 13 volte più potenti di quelli che avvertiamo sulla Terra. Tutto ciò sarà possibile grazie ad uno scudo termico in titanio, progettato per resistere anche a 500° gradi centigradi.
Se i Pink Floyd ci hanno svelato il Dark Side of the Moon, la scienza si appresta a fare lo stesso con il Bright Side of the Sun (il lato luminoso del Sole).
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Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Febbraio 2020, 08:47
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