Toti non risponde al gip all'interrogatorio di garanzia. Il legale: «Chiederemo la revoca dei domiciliari. Nessun centesimo speso per fini personali»

Poco dopo le 14 è iniziato l'interrogatorio di garanzia di Giovanni Toti, in aula davanti al gip Paola Faggioni

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di Redazione web

Emergono nuovi fondamentali dettagli sull'inchiesta Toti. Tra i soldi per cui è stato chiesto il sequestro preventivo, nell'ambito dell' inchiesta che ha portato ai domiciliari il presidente della Liguria Giovanni Toti, ci sono anche 120 mila euro che Esselunga ha pagato per la pubblicità sulla Terrazza Colombo di Genova.

Secondo gli inquirenti, si tratterebbe di un «finanziamento illecito» alla Lista Toti, in cambio dello sblocco di due pratiche pendenti in regione. Per questa vicenda, oltre al governatore, sono indagati il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani e il consigliere di amministrazione della società Francesco Moncada.

Pochi minuti fa si è concluso l'interrogatori odel gip: nessuna risposta da parte del governatore della Regione Liguria. Si attendono dichirarazioni in merito. Secondo quanto si appende, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio davanti al Gip. Toti è assistito dall'avvocato Stefano Sav

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Cosa ha detto il legale

«Chiederemo la prossima settimana di farci interrogare. Al momento stiamo leggendo tutte le carte». Lo ha detto l'avvocato Stefano Savi dopo l'interrogatorio di Giovanni Toti. «Dopo - ha concluso - chiederemo la revoca dei domiciliari».  

A RaiNews24, l'avvocato Savi: «Vuole terminare la lettura degli atti. Ha anticipato ai pm la volontà di farsi sentire: ora concorderemo con la procura l'interrogatorio. Chiederemo la revoca anche per verificare con gli alletii politici quali sono le mosse future da intraprendere. Non c'è stato utilata personale. Nessun centesimo è stato speso per questioni personali. Possiamo stare tranquilli», dice l'avvocato Savi.

«È chiaro che sono esperienze che lasciano il segno, umanamente si può capire. È molto impegnato nella lettura di questo fascicolo perché è sua intenzione offrire una ricostruzione difensiva ai pubblici ministeri che dia spiegazione dei fatti che gli sono contestati». Lo afferma Stefano Savi, difensore del governatore ligure Giovanni Toti arrestato per corruzione, a chi gli chiede come sta il presidente della Regione Liguria da martedì ai domiciliari. Oggi per l'interrogatorio davanti al gip, Toti «ha solo dichiarato di avvalersi della facoltà di non rispondere», afferma il legale.

L'interrogatorio

Poco dopo le 14 è iniziato l'interrogatorio di garanzia di Giovanni Toti, in aula davanti al gip Paola Faggioni. Con la giudice presente uno dei magistrati che stanno conducendo l'inchiesta sul sistema di corruttele che ha portato ai domiciliari il governatore, alcuni imprenditori e all'arresto dell'ad (sospeso) di Iren ed ex presidente del porto Paolo Signorini.

È durato una manciata di minuti l'interrogatorio di garanzia, davanti al gip di Genova Paola Faggioni, del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti arrestato (domiciliari), martedì scorso, per corruzione in un'inchiesta della procura. Al momento ciò che è noto è che, assistito dall'avvocato Stefano Savi, non ha risposto alle domande del gip, ma non è ancora chiaro se ha rilasciato brevi dichiarazioni spontanee.
 

Chi è Luigi Alberto Amico

Luigi Alberto Amico, classe 1963, alla guida di Amico & Co, azienda di famiglia, nata nel 1991 ma con una storia di famiglia alle spalle di oltre duecento anni, leader in Europa nelle riparazioni e ristrutturazioni di super e mega yacht, è indagato, come riportato dai giornali, nell'ambito dell'inchiesta che ha portato ai domiciliari il governatore Giovanni Toti. Amico ha da sempre l'idea di far diventare Genova polo leader nel Mediterraneo per l'accoglienza dei grandi yacht, dei loro equipaggi e degli armatori, portata avanti oltre che con il cantiere anche con il Waterfront Marina di Genova. Le intercettazioni della Guardia di finanza riportano una conversazione del 17 maggio 2021 con Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Giovanni Toti, oggi agli arresti domiciliari, in cui l'imprenditore chiede «una mano» per «capire come meglio supportarvi» manifestando l'intenzione di continuare a finanziare Toti. «In cambio non chiedo la luna» dice «ma solo un'attenzione legittima: sono sei anni che aspettiamo il rinnovo della concessione… mi farebbe piacere quella… un pizzico più di attenzione».

«Noi siamo abbastanza allineati...

Signorini però fa fatica» dice ancora Amico a Cozzani. «Io non voglio andare da Toti a dire che Signorini non ce la fa... ma voglio andare con Signorini da Giovanni a dire... io è sei anni che aspetto questi 50 milioni». Poco dopo l'incontro, il 7 giugno 2021, dicono gli inquirenti, veniva riscontrato un finanziamento di 30 mila euro in favore del Comitato Toti. Il rinnovo della concessione arriverà, ma solo a fine gennaio di quest'anno, quando il Comitato di gestione dell'Autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale ha deliberato il rilascio di una nuova concessione fino al 31 dicembre 2060 alla luce sia degli investimenti già completati sul compendio, pari a 63 milioni di euro, spiegava una nota dell'ente, sia degli ulteriori 34,5 milioni previsti dal concessionario.

In procura alla Spezia 

È stato interrogato in procura alla Spezia Saverio Cecchi, presidente (autosospeso) di Confindustria nautica, indagato per corruzione nell'ambito dell'indagine su Matteo Cozzani, ex sindaco di Portovenere e capo di gabinetto del governatore Giovanni Toti. Cecchi e il direttore commerciale del Salone Nautico, Alessandro Campagna sono stati entrambi colpiti da una misura cautelare interdittiva che vieta loro di esercitare le rispettive attività. I magistrati spezzini, coordinati dal procuratore Antonio Patrono, indagano sul forte aumento di fondi pubblici a disposizione del Salone Nautico a partire dall'edizione 2022.

Negli anni precedenti, infatti, la società organizzatrice I Saloni Nautici, di cui Cecchi è legale rappresentante, aveva ottenuto la somma di 400mila euro, totalmente a carico della Regione. Pochi mesi prima delle elezioni, invece, la giunta approvava una delibera che attingeva a finanziamenti europei per portare la somma complessiva a 730mila euro. In quei giorni, inoltre, era stata approvata approvata una legge regionale (una leggina, dice Cozzani nelle intercettazioni, attribuendosene il merito, ndr) che riconosceva la «strategicità» della manifestazione, ampliando grazie ai fondi Fesr lo stanziamento. La 'legginà secondo gli inquirenti avrebbe favorito il fratello di Matteo Cozzani, imprenditore nel settore del packaging, che era riuscito a fornire tetrapack d'acqua al prezzo di 10mila euro al Salone nautico.

Toti stizzito per incontro con Pd a Spinelli

La fase di stallo venutasi a creare intorno al rinnovo delle concessioni relative al Terminal rinfuse porta l'imprenditore genovese Aldo Spinelli, arrestato (domiciliari) per corruzione nell'inchiesta della procura di Genova e il figlio Roberto a un incontro, nell'ottobre del 2021, con alcuni esponenti locali del Partito democratico a bordo dello yacth degli imprenditori, l'imbarcazione ospita anche Claudio Burlando già ministro ed ex governatore. L'eco mediatica dell'incontro in barca suscita l'immediata reazione di Giovanni Toti e in un'intercettazione Aldo Spinelli chiama il figlio e gli comunicava di aver ricevuto un messaggio dal governatore, «il quale, evidentemente stizzito per il pranzo sulla 'Leila 2' con i politici del Pd, sarcasticamente gli aveva comunicato di aver compreso il motivo per il quale non aveva 'visto nulla per le elezioni di Savona'" si legge nella richiesta della misura cautelare, di oltre 1400 pagine, firmata dalla procura guidata da Nicola Piacente. «Il riferimento, in tutta evidenza, era alle erogazioni di denaro in vista della campagna elettorale per le amministrative di Savona, sollecitate da Toti all'imprenditore, ma fino a quel momento mai pervenute». Facendo riferimento alla discussione del rinnovo della concessione, il governatore, sostiene la procura, esortava Spinelli «il 29 va la tua roba, ricordati che io sto aspettando anche una mano eh...?", e l'imprenditore rispondeva: «si, si ma te li ho mandati, li ho mandati....". Per la procura «Ancora una volta, quindi, emergeva con chiarezza il rapporto di interdipendenza tra il finanziamento e la proroga della concessione». Giovanni Toti «stizzito per l'avvicinamento di Spinelli agli esponenti del Pd, interveniva su Paolo Emilio Signorini per condizionare, rallentandolo, il procedimento amministrativo relativo al rinnovo della concessione di Terminal rinfuse».



 


Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Maggio 2024, 17:27
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