Non è un'introspettiva puntata di Black Mirror e neanche una storia fatalista di Isaac Asimov, ma solo il futuro. Ed è arrivato a Torino, dove sarà possibile farsi preparare il drink da un braccio robotico (che alla fine non ti si rivolterà contro). Compone, shakera, mescola, agita, versa. Insomma, fa in tutto e per tutto il bartender, anche se qualcuno potrebbe controbattere che gli manchi un'anima.
Intanto, però, il robottone esiste e ha un nome poco fantascientifico (ma molto pittoresco) Toni Compatto. Il braccio meccanico è l'ultimo modello robot di Makr Shakr, la startup diventata impresa con clienti sparsi in tutto il mondo. A Las Vegas, Singapore, Praga, Miami, Londra, Amsterdam, Bali i robot sono già alle prese con Martini e cappuccini, ora è il turno del capoluogo piemontese, dove nel cuore della città Makr Shakr inaugurerà il 10 aprile il suo primo flagship bar italiano.
Il futuro dell'automazione
I papà del braccio bartender sono l'architetto Carlo Ratti e il ceo dell'azienda Emanuele Rossetti. «È operativo h24, tutti i giorni senza pause e non si licenzia – spiega l'amministratore delegato al Corriere della Sera -. Ma all’interno del locale saranno sempre presenti almeno due baristi in carne e ossa.
Per adesso si va verso il binomio essere umano-robot, ma in futuro? Per Rossetti il trend è chiaro: l'automazione cambierà il settore del food and beverage.
Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Aprile 2024, 11:58
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