Strage di Casteldaccia, eseguite le autopsie sugli operai: «Morti asfissiati. I polmoni erano totalmente ostruiti». Quando ci saranno i funerali

I decessi sono dovuti all'idrogeno solforato, sprigionato dalla fermentazione dei liquami

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di Redazione web

Le autopsie su tre dei cinque operai morti a Casteldaccia, città metropolitana di Palermo, lunedì 6 maggio, mentre lavoravano alla rete fognaria, hanno confermato i primi sospetti che attribuivano all'idrogeno solforato, sprigionato dalla fermentazione dei liquami, la causa del decesso. I tre, quindi, sarebbero stati asfissiati dalle esalazioni. L'idrogeno solforato è un gas altamente pericoloso per l'uomo, incolore, idrosolubile e con una densità maggiore dell'aria, per questo tende ad accumularsi in basso negli ambienti chiusi. Come la vasca piena di liquami fognari. Le vittime avevano i polmoni completamente ostruiti. Venerdì 10 maggio saranno eseguite le autopsie sui corpi degli altri due operai morti. 

 

Le vittime

Sono cinque i morti intossicati nella strage sul lavoro avvenuta a Casteldaccia, nel Palermitano, dove una squadra di operai stava effettuando alcuni lavori fognari per conto dell'Amap. Le vittime sono Epifanio Alsazia, 71 anni di Partinico, contitolare della ditta Quadrifoglio group srl che aveva vinto l'appalto dell'Amap, l'azienda di Palermo, per i lavori di manutenzione della vasca fognaria della zona orientale di Casteldaccia; Giuseppe Miraglia di 47 anni originario di San Cipirrello, Palermo, Roberto Raneri di 51 anni di Alcamo, Trapani, Ignazio Giordano di 59 anni e Giuseppe La Barbera, 26 anni, lavoratore interinale dell'Amap.

Quando ci saranno i funerali

Non ci saranno funerali comuni per le cinque vittime dell'incidente sul lavoro di Castedaccia, morte soffocate lunedì mentre lavoravano alla rete fognaria. Quando saranno terminate le autopsie, giovedì 9 maggio ne sono state eseguite tre, la Procura di Termini Imerese, che indaga sulla strage, darà il nulla osta per la sepoltura.

Le indagini

Per le morti è indagato il titolare della società Quadrifoglio per cui lavoravano quattro delle vittime, Nicolò Di Salvo che risponde di omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme antinfortunistiche e di lesioni personali colpose gravissime aggravate ai danni dell'unico dipendente sopravvissuto.

La pm ha affidato l'esecuzione degli esami autoptici a quattro medici. Alle operazioni peritali partecipano anche i consulenti delle parti offese. 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Maggio 2024, 20:08
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