Elisa D'Ospina aggredita in strada con il figlio nel passeggino: «Era un pazzo pericoloso e i vigili non sono arrivati»

La modella curvy è stata aggredita a Verona dove si trovava con la sua famiglia per il concerto de Il Volo

Elisa D'Ospina aggredita in strada con il figlio nel passeggino: «Era un pazzo pericoloso e i vigili non sono arrivati»

di Cristina Siciliano

«Sono stata aggredita da un pazzo». Così Elisa D'Ospina inizia a spiegare quanto è accaduto nei giorni scorsi a Verona, dove si trovava con la sua famiglia per il concerto de Il Volo all'Arena. La scena è brutta da immaginare o meglio dire «assurda». Lei scende dal marciapiede con il passeggino e improvvisamente ha raccontato che «il signore Daniele ha iniziato a inveire usando epiteti allucinanti» verso lei e suo padre.

Lo sfogo

«La mia colpa? Essere scesa da un marciapiede inagibile con il passeggino e avergli fatto fare una manovra di parcheggio in 5 secondi al posto che 4 (senza calcolare che aveva 20 posti liberi dove parcheggiare il suo scooter) - ha scritto Elisa D'Ospina sui social -. Il signore Daniele ha iniziato a inveire verso me e mio padre per una sciocchezza che ha lasciato noi basiti e insieme a noi dei turisti che stavano passando increduli. La cosa più allucinante è stato chiamare i vigili per allarmarli della situazione fuori controllo dopo che il tizio addirittura si è avvicinato con fare minaccioso a mio padre augurandogli  di essere preso sotto da una macchina e sentirsi rispondere che non ci sono pattuglie e che se avessi voluto denunciarlo non c'era nessuno al momento e avrei dovuto aspettare questa mattina. Scenario improbabile».

«La violenza va fermata»

Elisa D'Ospina non nasconde  di essere sconvolta per l'accaduto soprattutto per la presenza del figlio, motivo per il quale non sceglie la strada del silenzio e lancia l'allarme. «Due turisti si erano anche prestati a testimoniare l'aggressione, ma capite bene che non posso né fermarmi a Verona per una denuncia che andava fatta subito in quanto il soggetto è estremamente pericoloso, né pretendere che due persone estranee dedichino il loro tempo a distanza di tante ore.

Si parla di denunce, di prevenzione e poi puntualmente non c'è mai una reale assistenza. Se avesse spintonato mio padre e fosse caduto con la testa visto che comunque le mani addosso gliele ha messe? Se fossi partita di brocca e gli avessi tirato io dietro il passeggino? Perché ricordo che tutto questo accadeva davanti agli occhi di un bambino di un anno. La violenza va fermata già da questi episodi. I soggetti pericolosi si vedono nelle piccole cose».

«La violenza è violenza sempre e non è mai gratuita - ha continuato -. Gli auguro solo di trovare un bravo psicanalista prima di fare danni più seri. E comunque vergogna a tutti i protagonisti di questa vicenda che alimentano una società sempre più allo sbando».

Il Comune di Verona 

Dopo aver appreso la notizia, Stefania Zivelonghi, l'assessora alla Sicurezza, ha espresso il suo rammarico nel «leggere la notizia che un nostro concittadino abbia tenuto un tale comportamento, aggravato dalla presenza di un bimbo. Comportamento inaccettabile In casi di necessità l'invito è sempre quello di rivolgersi per la denuncia, oltre  alla Polizia locale impegnata nella gestione della viabilità e degli incidenti stradali, alle Forze dell'Ordine che la ricevono, fatta eccezione per i casi più gravi, dalle 8 alle 20, anche in città diversa da quella di accadimento del fatto, e pertanto la denuncia è ancora possibile». E così la modella: «Non cambia la mia idea su Verona dopo questo episodio - ha concluso -. Denunciare è necessario ma i provvedimenti sono sempre lenti e non sempre arrivano. Senza contare che per un contesto del genere avere dei testimoni è fondamentale. Avrei potuto pubblicare nome, cognome e indirizzo dell'aggressore ma ometto anche questo per evitare odio. Cerchiamo di migliorare questa società rafforzando i controlli per evitare il peggio».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Maggio 2024, 14:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA