Il sogno di lavorare in cucina, la vita che ci si mette di mezzo con giri tortuosi che alla fine lo ha accontentato. Oggi Max Mariola non solo cucina, ma lo fa per 9 milioni di follower tra TikTok, Instagram, Facebook, e per i suoi clienti dell'omonimo ristorante in zona Brera a Milano.
Già da ragazzo, Max sapeva che il suo futuro sarebbe stato ai fornelli. «Già a 14 anni volevo fare il cuoco», racconta in un'intervista al Corriere della Sera. Ma la vita aveva altri piani per lui, almeno temporaneamente. «Mio padre, dopo le medie, mi ha costretto a seguire le sue orme. E così ho lavorato per anni nella nostra azienda, una bottega storica di restaurazione di oggetti in metallo prezioso». Quando aveva 22 anni il padre è morto, e questo lo ha convinto a cambiare vita.
La gavetta
Non avendo una formazione alberghiera alle spalle, Max ha iniziato dal basso. «Pulivo una cucina. Gratis», ricorda. Questa esperienza gli ha fornito le basi non solo per diventare uno chef, ma anche per gestire una cucina. «Solo chi sa ubbidire sa anche comandare», sostiene.
La svolta social
La televisione ha fatto il suo ingresso nella vita di Mariola quasi per caso. «Nel 1999 una docente della scuola di cucina mi chiama e mi dice: stiamo facendo un canale televisivo di food, ti va di farmi da assistente?».
Il ristorante
La decisione di aprire un ristorante a Milano è stata influenzata da sua moglie. «Mia moglie, il grillo parlante, ripeteva: non sei un cuoco se non hai un ristorante!» spiega Mariola. Il ristorante non è solo un luogo di lavoro ma un laboratorio di idee e innovazioni, dove «serviamo il carciofo alla giudia in un contesto in cui c’è la musica, non in una trattoria con la tovaglia a quadrucci». Online c'è chi critica i prezzi: «La mia carbonara costa 28 euro, ma è fatta al tavolo: non è solo un piatto, è uno show. La spesa media è di 60 euro a testa, bevande incluse. In zona è un prezzo basso: bisogna pensare a quanto costano qui un cameriere, l’affitto...».
La moda del cibo
Per il futuro pensa a una scuola di cucina digitale, e ha le idee chiare su quella che dovrebbe essere la direzione da prendere per l'Italia: «Dovrebbe puntare a diventare l’alta moda del cibo: mantenere le produzioni e le quantità attuali, ma alzando i prezzi». Ma come farebbe una persona comune a sostenere questo rialzo dei prezzi? «Non si deve comprare per forza il salmone, va bene lo sgombro. E non bisogna comprare gli asparagi a dicembre, ma il broccolo. A Natale trovi le ciliegie del Cile: costano chissà quanto e non sono sostenibili! A chi le compra, e magari ha pure la borsa della spesa ecologica, vorrei dare le botte sulle mani».
Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Aprile 2024, 08:46
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