Elezioni europee, Instagram limita i contenuti politici: come cambiare le impostazioni e dire no al «bavaglio» di Meta

Meta vuole garantire «esperienze positive per tutti»

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di Redazione web

Meta e la legge bavaglio, si tratta di un attacco ai contenuti politici o una limitazione? Instagram non sta censurando un bel niente. A febbraio è stato rilasciato un comunicato che spiegava, in breve, come nulla sarebbe cambiato sotto l’aspetto della visibilità dei post politici dei profili seguiti. Al tempo stesso, però, non sarebbero stati «consigliati in modo proattivo quelli di account non seguiti». L’avvicinarsi delle elezioni europee ha ovviamente avuto un peso in tutto ciò. Di politica e geopolitica, però, si parla quotidianamente con sempre maggiore frequenza. Non potrebbe essere altrimenti, considerando l’attuale situazione planetaria. Meta vuole però garantire «esperienze positive per tutti».

  1. Per poter riportare la situazione alla normalità e, dunque, cancellare questa forma di «tutela», occorre raggiungere il proprio profilo. In quest’area si deve cliccare in alto a destra, precisamente sul simbolo con le tre righe.
  2. Ci si ritrova così nell’area impostazioni, dove poter scrivere nella barra di ricerca «contenuti suggeriti».
  3. Cliccando sulla voce apposita, si apre una nuova pagina, dove poter cliccare su «contenuti di natura politica».
  4. Fatto ciò, si vedrà la preselezione di tale impostazione «potresti vedere meno argomenti sociali o politici nei tuoi contenuti suggeriti». Si può dunque cliccare su «non limitare i contenuti di natura politica delle persone che non segui»

Considerando come oggi ci si informi sempre più via social, questo gesto può davvero fare la differenza nella propria percezione politica e sociale, a un mese dalle elezioni europee del’8 e 9 giugno 2024.

Indagine Ue su Meta

La Commissione europea ha avviato un procedimento formale nei confronti di Meta, al fine di verificare se ci siano state violazioni della legge sui servizi digitali.

Si parla del Dsa, il cui scopo è quello di tutelare i cittadini durante la navigazione online, attenuando per quanto possibile il rischio di disinformazione e, dunque, di manipolazione.

Al centro della verifica ci sono tre punti:

  • Moderazione pubblicitaria inadeguata, utilizzata per truffe e interferenze;
  • Accesso inadeguato ai dati per monitorare le elezioni;
  • Strumento non conforme per segnalare contenuti illegali.

Sotto la lente dell’Ue c’è anche la scelta di modificare le impostazioni per continuare a vedere un certo genere di post, come quelli politici appunto. Il dubbio è che tale pratica non sia compatibile con quelli che sono gli obblighi di trasparenza. Un dubbio ragionevole, se si unisce tale limitazione al rischio di pubblicità ingannevoli e disinformazione.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Maggio 2024, 19:23
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