Contaminazione e divertimento sono termini poco inclini se pensiamo al lavoro, eppure c'è chi unendo tradizione e modernità ci riesce in pieno. Sono gli artigiani digitali, meglio noti come Maker, una comunità di creativi, visionari e inventori che sfruttano le tecnologie digitali e l'approccio fai da te.
Nel weekend Roma sarà la loro culla grazie all'edizione europea della Maker Faire, kermesse organizzata dalla Asset-Camera, azienda della Camera di commercio di Roma con l'obiettivo di trasmettere l'importanza dell'innovazione e la diffusione di una cultura basata anche sul campo digitale per favorire la rinascita della città. Con numeri e interesse in crescita esponenziali, la manifestazione si sposta quest'anno alla cittadella universitaria della Sapienza, che come indica il rettore Eugenio Gaudio “è il luogo ideale per far incontrare studenti con aziende ed esperti di settore per un confronto e uno scambio di sapori che arricchisce tutti”.
Lontana l'epoca in cui pochi curiosi si chiudevano in garage a sperimentare con la stampa 3D, la rete dei Maker è attiva ormai in diversi ambiti d'uso: dall'agricoltura alla musica, dall'arredamento all'arte passando per moda, gioielli, medicina e sport, i cambiamenti arrivano ovunque e sono frutto dell'innovazione. Quella che, specie in Italia, unisce tecnologia e arti secolari: «Fondere le tecniche artigianali nostrane con le potenzialità offerte dagli strumenti digitali crea un nuovo made in Italy, che si basa sull'autoproduzione e che ci consente di tornare competitivi a livello mondiale», sostiene Riccardo Luna, curatore della Maker Faire romana insieme a Massimo Banzi, ideatore della scheda madre Arduino, gettonatissima tra gli inventori fai da te.