Dj Navi, morto impiccato: riaperta l'indagine, per la famiglia non fu un suicidio

Dj Navi, morto impiccato: riaperta l'indagine, per la famiglia non fu un suicidio
Si chiamava Ivan Ciullo, in arte Dj Navi: il 22 giugno 2015 fu trovato impiccato ad un ulivo nel Salento, nelle campagne di Acquarica del Capo. Oggi la Procura di Lecce, che il mese scorso ha riaperto per la terza volta l'indagine sulla sua morte, ha deciso di far riesumare il suo cadavere, dopo la denuncia della famiglia di Ivan: l'inchiesta è affidata al pm Maria Vallefuoco. In precedenza per ben due volte l'accusa aveva chiesto e ottenuto l'archiviazione dal gip, sicura che si trattasse di un caso di suicidio.

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La famiglia non aveva mai creduto alla tesi che Navi si fosse tolto la vita: il suo cadavere sarà sottoposto ad autopsia, così come i genitori avevano chiesto da subito, suffragati anche dall'esito delle recenti consulenze da loro affidate al criminologo Roberto Lazzari e all'esperto in medicina legale Giuseppe Panichi. Dalle consulenze emergerebbero - a parere dei legali della famiglia - troppe incongruenze con l'ipotesi del suicidio. L'incarico per l'autopsia sarà affidato la prossima settimana.



L'avviso è stato notificato ai legali dei genitori di Ivan Ciullo, gli avv. Walter Biscotti e Paolo Maci, e al difensore dell'unico indagato al momento nell'inchiesta (il reato ipotizzato è istigazione al suicidio), lo stesso uomo coinvolto nelle precedenti indagini con cui il giovane dj aveva una relazione tormentata. I consulenti nominati dal pm sono i medici legali Francesco Introna e Alberto Tortorella. «Siamo estremamente soddisfatti. Si tratta di un passo fondamentale per arrivare all'accertamento di quella verità che due genitori stanno aspettando da troppo tempo», hanno detto gli avvocati Walter Biscotti e Maci.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Aprile 2019, 18:17
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