Seno, la parte del corpo più amata e temuta dalla società va in mostra: la collettiva a Venezia aiuta (anche) la ricerca sul tumore

L'esposizione con opere di Duchamp, Dalì, Mapplethorpe e artisti emergenti da tutto il mondo ci sarà fino a novembre

Seno, la parte del corpo più amata e temuta dalla società va in mostra: la collettiva a Venezia aiuta (anche) la ricerca sul tumore

di Morgana Sgariglia

Il seno scatena divisioni e controversie nella società. Questo potente simbolo femminile è alla base della mostra collettiva "Breasts" al Palazzo Franchetti di Venezia all’interno della 60esima Biennale di Venezia. A cura di Carolina Pasti, espone opere di pittura, scultura, fotografia e cinema di trenta artisti emergenti e affermati internazionali, dal Cinquecento all'epoca contemporanea. Il seno possiede un profondo significato personale e politico che attraversa culture e tradizioni diverse.

Lo scopo della mostra

In programma fino al 24 novembre, l'esposizione riflette su maternità, empowerment, sessualità, immagine corporea e malattia. Il seno provoca realtà socio-politiche, sfida le tradizioni ed esprime identità personali e collettive. Si tratta di un'importante parte del corpo che allo stesso tempo porta nutrimento e scatena desiderio sessuale, suscitando una profonda risposta emotiva.

L'obiettivo della mostra è promuovere anche la consapevolezza del tumore al seno.

Il 30% del ricavato della vendita del catalogo, "Seni", sarà devoluto a sostegno della Fondazione Ieo-Monzino (Istituto Europeo di Oncologia - Centro Cardiologico Monzino).

Le opere esposte

Tra le opere in mostra nelle cinque stanze tematiche, da evidenziare quella di Marcel Duchamp "Prière de toucher" (Si prega di toccare, ndr), un seno in gommapiuma  fissato alla copertina del libro "Le Surréalisme en 1947". Presente anche Salvador Dalì con "Nudo con Seni di Lumaca" che ritrae una musa misteriosa in stile surrealista. Meraviglia e disagio, invece, attraversano le fotografie di Robert Mapplethorpe e Irving Penn con elementi onirici o astratti che risvegliano il subconscio.

Nell’ultima stanza c'è la proiezione del cortometraggio del 2022 di Laure Prouvost, "Four For See Beauties", che rappresenta tre donne e il neonato dell’artista assieme a delle creature del mare che richiamano le fasi di passaggio della vita umana.


Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Maggio 2024, 18:57
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