Chat GPT e la privacy

Chat GPT e la privacy

di Maddalena Messeri

Negli anni Cinquanta si teorizzavano mondi futuri in cui le macchine avrebbero preso il posto degli umani, e la cultura si interrogava su questi temi creando bestseller come i libri sulle tre leggi della robotica di Isacc Asimov. Ad oggi quel futuro è già qui, con lo sviluppo accelerato di intelligenze artificiali in grado di arrivare ad eguagliare un cervello umano. Tecnologie e algoritmi in continuo sviluppo stanno cambiando il mondo, con la collaborazione di tutti noi. Uno di questi esempi è “Chat GPT” un sito che permette di creare delle conversazioni attraverso una chat-bot, cioè un’intelligenza artificiale che risponde all’umano che gli fa domande e che incamerando ogni secondo dati nuovi, impara e migliora le proprie performance.

Ma in Italia il Garante per la protezione dei dati personali lo ha stoppato e ha disposto la limitazione provvisoria del trattamento dei dati nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato la piattaforma. Così per ora ChatGPT è fuori uso, anche se non mancano le polemiche, anche del ministro Salvini che contesta la decisione dichiarandosi contro “ogni censura e per il libero pensiero”. I dubbi però restano tanti: il primo legato alla privacy, perché l’algoritmo viene addestrato con la raccolta illecita di milioni di dati personali e il secondo riguarda la sicurezza nazionale perché, allerta l’intelligence, può diventare uno strumento pericolosissimo e manipolare l’opinione pubblica.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Aprile 2023, 06:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA