Ecco Out There, il nuovo videogioco
per la sopravvivenza nello spazio


di Gabriele Niola
Prima ancora che il cinema la promuovesse a genere da serie A negli anni ‘60, la fantascienza spopolava gi nella letteratura. Out there il primo videogioco a saltare totalmente la versione per il grande schermo delle avventure spaziali e attingere direttamente ai romanzi: un gioco di ruolo che si mescola con lo strategy game tutto fondato sulla lettura e l'interazione scientifica.





Già il bellissimo Mirror Moon (italiano!) aveva proposto una maniera di giocare con lo spazio da veri nerd con un'infarinatura di scienza. Ora Out There alleggerisce il portato scientifico ma continua a giocare con la chimica e la suggestione del sopravvivere nello spazio. Il protagonista è un personaggio alla deriva con poco di tutto che di pianeta in pianeta deve decidere che fare, che cosa raccogliere e che cosa rischiare per essere certo che nulla finisca (l'ossigeno, il carburante, il cibo, il metallo per riparazioni). Ovviamente come in ogni space opera non mancano gli incontri con gli alieni (impossibile dire se siano buoni o no).



La storia è raccontata con didascalie ampie e letterarie nella scrittura (sarebbe il diario di bordo del personaggio), pochissimo è mostrato in animazione, quasi tutto è evocato con le parole e vignette. Il risultato è un gioco che somiglia alle avventure grafiche di una volta ma con una dinamica ludica più moderna e sofisticata. Purtroppo il divertimento non dura molto perché la difficoltà è alta e la ripetitività eccessiva, ma Out There è un gioco che non si dimentica.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Aprile 2014, 10:27
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