Jannik Sinner: «Il mio difetto più grande? Non lavo i piatti. Mamma spesso non mi risponde al telefono»

Il tennista si prepara al propssimo Atp a Montecarlo

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di Dajana Mrruku

Jannik Sinner sotto una nuova luce, quella della semplicità e dell'impegno. Nonostante sia il  numero 2 al mondo nella classifica di Atp, il tennista non ha perso la testa e si prepara ogni giorno per dare il meglio di sè, senza però dimenticare che è pur sempre un ragazzo giovane e quindi «vedi uno che non sta bene, lo aiuti; incontri un bambino, c’è una palla, fai due tiri. Non sto nemmeno a pensarci. È il mio modo di vivere. Sono sempre stato così, solo che adesso ho più telecamere puntate addosso», dice lui stesso nell'intervista al Corriere della Sera. 

Jannik ha 22 anni e una famiglia molto solida alle spalle che lo supporta e lo sostiene. La normalità e la semplicità sono forse le due caratteristiche che lo hanno avvicinato maggiormente agli italiani e ai tifosi del tennis in generale che si sono appassionati delle sue sfide e tornei vinti dove ha portato alta la bandiera tricolore. 

Il suo unico difetto? Non lava i piatti. 

Sinner, tra il successo e la famiglia

Jannik Sinner, classe 2001, ha dimostrato come il duro lavoro e la concentrazione possano portare a grandi risultati. Descritto come il ragazzo d'oro, anche lui ha dichiarato di avere alcuni difetti.
«Ho gli stessi difetti di qualsiasi altro ragazzo della mia età.

Tipo che non lavo i piatti quando finisco di mangiare, li lascio lì e me ne occupo due giorni dopo», ha rivelato, approfondendo poi con: «Mi arrabbio anch’io, come è giusto che sia. Però nella vita vanno capiti i momenti: c’è un tempo per scherzare, uno per incavolarsi, uno per essere seri. Il mio difetto nel tennis, per esempio, è che a volte ho troppa fretta: voglio imparare tutto subito. Ma ho anche capito che, se mi metto fretta, perdo chiarezza nella mente e quella situazione, invece di aiutarmi, mi frega».

L'ultimo anno è stato particolarmente incredibile per lui, tante vittorie e tanti successi che, tuttavia, non hanno cambiato gli equilibri su cui si basa la sua vita: «Non cambierà niente: la mia mamma continua a non guardare le partite perché si agita, e se la chiamo spesso non risponde perché ha da fare. Mio fratello lavora, quindi non può seguirmi. A Indian Wells ho invitato il mio migliore amico: mi ha fatto piacere che sia venuto perché ha potuto vedere come funzionano il mio mondo e la mia vita. Ha visto che, vinco o perdo, sono sempre lo stesso Jannik che ha conosciuto a scuola. Ci tengo a tenere le persone a cui voglio tanto bene vicino a me. Vincere ha un peso, ma la cosa più importante sono gli affetti. Quando ero piccolo e i miei rientravano da una giornata di duro lavoro, comunque sorridevano».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Aprile 2024, 16:36
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