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«Lo stato di minima coscienza - precisa l'esperto all'Adnkronos Salute - è quello in cui il paziente segue con gli occhi l'interlocutore, se gli si chiede di stringere la mano lo fa, anche se lentamente, addirittura tira fuori la lingua.
Insomma, manifesta dei segnali che indicano che è in collegamento con l'ambiente circostante, mentre fino a pochi mesi prima non lo era. È il passaggio, quindi, da uno stato vegetativo, in cui il paziente pur respirando per conto suo non è in contatto con l'ambiente, a uno stato di minima coscienza. Ma quasi sempre si rimane a questa situazione»
«Lo stato di minima coscienza - precisa l'esperto all'Adnkronos Salute - è quello in cui il paziente segue con gli occhi l'interlocutore, se gli si chiede di stringere la mano lo fa, anche se lentamente, addirittura tira fuori la lingua. Insomma, manifesta dei segnali che indicano che è in collegamento con l'ambiente circostante, mentre fino a pochi mesi prima non lo era. È il passaggio, quindi, da uno stato vegetativo, in cui il paziente pur respirando per conto suo non è in contatto con l'ambiente, a uno stato di minima coscienza. Ma quasi sempre si rimane a questa situazione»
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Settembre 2019, 13:25
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