Roma-Milan, Cafu: «Come una finale, sarà una partita bellissima»

L'intervista nello speciale Leggo distribuito allo stadio Olimpico prima della partita

Roma-Milan, Cafu: «Come una finale, sarà una partita bellissima»

di Francesco Balzani

Due coppe del Mondo, centoquarantadue presenze col Brasile (nessuno come lui nella storia della Seleçao) e una carriera che lo ha portato a essere uno dei migliori terzini destri della storia del calcio. Marcos Cafu è probabilmente il doppio ex per eccellenza insieme ad Ancelotti. Sei anni alla Roma con la conquista dello storico scudetto del 2001, cinque al Milan dove ha alzato la Champions del 2006. Il Pendolino oggi ha 53 anni e vive in Brasile. Una leggenda che vivrà questo Roma-Milan col cuore diviso a metà, o forse no.


Roma-Milan, come vive questa partita un doppio ex?
«Con l'amarezza di non averle già entrambe in finale. Ho bellissimi ricordi sia di Roma che di Milano, ma devo ammettere che c'è un pezzettodi cuore in più per i giallorossi. Mi hanno portato in Italia, la mia seconda casa, e poi quello scudetto è nella storia».


Stasera si può scrivere un altro pezzo di storia.
«Sarà una grande partita. La Roma ha fatto vedere un'ottima prestazione e forse poteva anche vincere con un risultato più rotondo. Ma occhio a dare per morto il Milan».


In panchina c'è De Rossi, lei lo ha visto crescere.
«L'ho conosciuto che era un ragazzino che ci ci guardava come idoli. Poi è diventato una bandiera, ora e l'allenatore della squadra che ama, non può che farmi piacere. Mi fa impressione chiamarlo mister. E' sempre stato un ragazzo curioso e intelligente. Gli auguro tutto il meglio possibile, se lo merita, perché è uno che ha lavorato e studiato per essere dove siede adesso».


Dopo sei anni di Roma passa al Milan. Un po'per caso, vero?
«Sì perché avevo un accordo con lo Yokohama.

A 33 anni pensavo di aver dato tutto in Europa. Poi pochi giorni prima di partire mi chiama il Milan e mi dicono che Ancelotti mi vuole per due anni. Potevo dire no al Milan?»


Tutti quelli che hanno giocato con lei, la mettono nella loro squadra ideale. E lei se ne deve scegliere altri quattro per formare una squadra di calcetto?
«Intanto ringrazio tutti. Ti dico quelli che non posso tenere fuori: Ronaldinho che è stato il più forte di sempre, Ronaldo il Fenomeno e Totti. Il quarto sceglietelo voi tra Pirlo, Seedorf, Aldair e Rivaldo».


Lei è un pezzo di storia del Brasile. Quale dei due Mondiali le ha dato più gioia?
«Nel 1994 ero giovanissimo ma giocai un pezzo di finale contro l'Italia di Paolo Maldini. Ci ho messo un po' a realizzarlo. Quello del 2002 l'ho vinto da capitano, ero più vecchietto. Avevamo al top Ronaldo che era pazzesco. Sono emozioni diverse».


Un suo ricordo di Roma-Milan invece?
«Il fallo di mano di Seedorf a San Siro non sanzionato dall'arbitro. Era rigore, avremmo probabilmente vinto quella partita e il secondo scudetto consecutivo. Non l'ho mai dimenticato».


E se invece deve le dico Roma-Parma 3-1?

«Mi ricordo tutto di quel giorno. Era l'ultima stazione di un viaggio bellissimo. A due minuti dalla fine tutti i giocatori in campo erano con gli occhi fissi sugli spalti, era impossibile non restare incantati da quelle bandiere, quei cori, quei colori. Sembrava di stare in Brasile».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Aprile 2024, 09:13

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