La Juve in ritiro prima del derby,
Allegri: "Non ci sono alibi"

La Juve in ritiro prima del derby, ​Allegri: "Non ci sono alibi"

di Timothy Ormezzano
TORINO - Juve sotto processo. Dopo il quarto ko in dieci giornate di campionato sono volati gli stracci e le ultime speranze di rimonta-scudetto. Max Allegri è nel mirino della critica. E nello spogliatoio si avverte qualche scricchiolio.





Gigi Buffon non ha usato mezze misure, accusando i compagni per la «figura indegna, da pellegrini» fatta con il Sassuolo. Il capitano ha zittito chi ha tentato di attribuire al pessimo arbitro Gervasoni la sconfitta del Mapei Stadium e auspicato «un filotto di 10-12 vittorie: le strisce da 3 vittorie mi fanno ridere, non sono da Juve ma da squadra provinciale». Quanto ad Allegri, il mister ha tolto alla squadra ogni giustificazione di pronto uso twittando la sua cura: «Le attenuanti non devono mai diventare alibi. Serve un cambio di atteggiamento da subito».



Alla base della nuova crisi bianconera ci sono un calo delle motivazioni, un bel po' di presunzione e un certo deficit di personalità, prima ancora che di qualità, dovuto alle partenze di tre illustri senatori del calibro di Pirlo, Vidal e Tevez. Da ieri la squadra è in ritiro in un hotel di Leinì, triste hinterland torinese. «Non è un ritiro punitivo», ha precisato Allegri. La clausura con 24 ore di anticipo sui tempi abituali dovrà servire ad analizzare gli errori commessi e a ricompattarsi in vista del derby della Mole, domani allo Stadium (ore 18). «Sono molto arrabbiato, quella di mercoledì non era la vera Juve - trancia Evra, un altro abituato a metterci la faccia -. Il mio messaggio ai compagni? Rispettiamo la maglia che indossiamo. Il ritiro anticipato ce lo siamo meritato, servirà a responsabilizzarci. Scudetto? Pensiamo soltanto al derby».



Sarà un derby... capovolto, con il Toro guarda la Zebra dall'alto in classifica, come non succedeva da 22 lunghi anni. Privo dello squalificato Chiellini e con Marchisio a rischio (ieri era ancora influenzato), Allegri ritroverà Khedira, mentre in attacco le uniche certezze sembrano la bocciatura di Mandzukic e il ritorno di Morata.

«L'anno scorso Bruno Peres ci fece un gran gol - ricorda Evra -, superandomi in velocità: ero appena rientrato da 50 giorni di stop per infortunio. Ma domani il Toro troverà un altro Evra». E, magari, un'altra Juve.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Ottobre 2015, 10:16

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