Un nominativo: Emanuela Orlandi. Che ancora oggi scuote la memoria avvolta nel mistero più fitto. Un manifesto. Quel volto sorridente, spensierato, con la fascetta sulla fronte, una fotografia che tappezzò tutta Roma. Chi non ricorda il caso della ragazza scomparsa all’età di 15 anni nel lontano 22 giugno 1983. Quasi 40 anni fa. Uscita di casa per andare a una lezione e poi sparita nel nulla. Sulla cittadina vaticana se ne sono scritte e dette di tutti i colori. Il caso è stato accostato al terrorismo internazionale e alla malavita locale. Dai Lupi Grigi alla Banda della Magliana, passando per la Stasi, Marcinkus e Alì Agca, l’attentatore del papa. Fino ad arrivare ai meandri nascosti del Vaticano, quelle stanze che non sono più sacre quando c’è di mezzo la pedofilia.
La storia torna di attualità in tv con Netflix che a partire da oggi trasmette il documentario in 4 puntate prodotto da Raw, dal titolo “Vatican Girl”, scritto e diretto da Mark Lewis. All’interno del racconto ci sono due dei personaggi che più si sono impegnati alla caccia della verità su Emanuela: il fratello Pietro Orlandi e il giornalista e conduttore Andrea Purgatori.
Ma non ci sarà solo la misteriosa cronaca in “Vatican Girl”, bensì si parlerà a lungo di inchieste e sentenze della magistratura sul caso, compresi i depistaggi e le cantonate prese durante le indagini.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Ottobre 2022, 23:23
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