Tetraplegico dopo un incidente: "Andai in Svizzera a morire, mi dissero di no: quel rifiuto mi ha cambiato la vita"

Tetraplegico dopo un incidente: "Andai in Svizzera a morire, mi dissero di no: quel rifiuto mi ha cambiato la vita"
Da sportivo a tetraplegico, a causa di un grave incidente che ha stroncato il suo fisico ma non la sua mente. È la storia di Gabriele Cristaldi, raccontata nel pomeriggio di mercoledì a La Vita in Diretta, intervistato da Marco Liorni. Grande appassionato di sport, dalla corsa al windsurf, già campione italiano di vela, dopo un incidente è rimasto su una sedia a rotelle: "Ho affrontato questa sfida da sportivo - ha raccontato - sono passati quasi sei anni e non mi sono ancora arreso. Da questo trauma ho colto positività, vorrei essere il testimonial della vita che è una cosa stupenda e che bisogna godersi ogni giorno".



Il suo percorso non è sempre stato così facile: i primi tempi sono stati durissimi, fino alla decisione choc di andare in Svizzera a morire in una clinica. Decisione a cui però i medici dissero di no: "In Svizzera parlai con i medici, volevo morire - continua - Loro mi dissero di pensarci, perché avrei potuto comunque vivere una bellissima vita: loro ti lasciano la libera scelta, ma poi mi hanno detto di no perché non ero cittadino svizzero".

"Questo no mi ha cambiato la vita, mi ha ridato la gioia di vivere: ora sono contento di non essere morto. Sono risalito grazie alle persone che stavano peggio di me: in clinica ho visto bimbi di 5 anni in carrozzina con cui giocavo ed erano felici lo stesso. Col senno di poi dico a chi vuole morire: non fatelo, la vita è meravigliosa".
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Gennaio 2018, 18:43
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