A scuola, in Italia, perseguitato dai bulli: ora è una star della tv a Taiwan

A scuola, in Italia, perseguitato dai bulli: ora è una star della tv a Taiwan

di Mauro Evangelisti
Un giorno sei un quindicenne circondato dai bulli che ti distruggono la vita, ti insultano e ti umiliano e ti mandano in ospedale; poi il destino fa strane piroette e ti ritrovi star delle televisioni a Taiwan, scrittore di bestseller, ti riconosco per strada se passeggi a Taipei, a Singapore o Kuala Lumpur. La storia di Riccardo Moratto, 32 anni, cresciuto in Italia tra Roma e Piombino, ora docente universitario e personaggio famoso in Asia, ha dell’incredibile. Piccola postilla: lui ha trovato felicità, benessere, equilibrio e notorietà, dei bulli rimasti nella piccola città di provincia difficile pensare lo stesso. «Racconto la mia storia - spiega Moratto dal suo appartamento a Taipei - solo perché vorrei far passare dei messaggi a quei ragazzi che, come successe a me, sono vittime della cattiveria dei bulli. Bisogna sempre avere chiaro che il destino è strano e le cose possono cambiare in meglio. Ma soprattutto bisogna avere il coraggio di parlare sempre e comunque di farsi sentire, di farsi rispettare e di cercare aiuto, non dobbiamo mai essere imbarazzati, è il primo passo verso la salvezza personale».



Allora dimentichiamo per un attimo il Riccardo Moratto di oggi, conosciuto in tutta l’Asia come Wei Jiade, docente universitario a Taipei e ospite e conduttore di molti programmi tv di successo, e torniamo al Riccardo Moratto ragazzino. Da bambino vive anche per alcuni anni a Roma, in zona Cinecittà, poi torna a Piombino, in provincia di Livorno. «Al Liceo vengo preso di mira da un gruppo di cinque bulli. Venivo continuamente insultato, umiliato, probabilmente perché ero il migliore della classe e molto sensibile, insomma avevano trovato un bersaglio. In modo anche pesante: una volta in gita a Napoli gettarono degli alcolici nella caldaia della villetta dell’hotel dove alloggiavo con altri compagni; quando andavo in palestra, che era all’esterno della scuole, mi ricoprivano di insulti. Alla fine il mio fisico ha ceduto e sono finito in ospedale per una tosse psicosomatica. Pensavo di non farcela: i professori non intervenivano, gli altri compagni mi dicevano di non denunciare, perché sarebbe stato peggio. Avevo toccato il fondo».

 Poi però Riccardo si diploma con il massimo dei voti e si trasferisce prima nella Capitale a studiare Linguistica a Roma Tre («vivevo nel quartiere San Paolo, lì ho trovato i migliori amici con i quali sono ancora in contatto»), poi a Forlì per la specializzazione alla Scuola interpreti e traduttori («una città piccola rispetto a Roma, ma ricordo ancora con nostalgia i due anni trascorsi in Romagna»). La vita di Riccardo comincia a correre: studia mandarino cinese («per me è più una filosofia, che una semplice lingua straniera»), ha esperienze a Bergen («imparo anche il norvegese)», poi va a studiare a Shanghai, infine la decisione di frequentare il dottorato a Taipei: «Sono stato il primo straniero a essere ammesso al programma di dottorato in interpretazione simultanea di conferenza dopo esame di ammissione. Ora sono docente in sei differenti università di Taiwan (tra le varie materie interpretazione simultanea e consecutiva inglese e cinese-cinese inglese, ma anche letteratura italiana). Mi dà grandi soddisfazioni, però poiché spesso è la vita a decidere per te, mi capita qualcosa di inatteso». Un’amica gli spiega che stanno cercando nuovi volti in Tv, lui si fa avanti, fa le prime ospitate, e il suo modo diretto di affrontare i temi di attualità conquista gli spettatori. 

Gli affidano programmi da conduttore, ad esempio ora ne presenta uno in cui spiega ai cinesi gli ideogrammi cinesi. «Lo so, sembra strano. Più in generale nella cultura cinese sono molto abituati a non esprimersi troppo apertamente, a lasciare tutto velato, molto sottinteso. Il fatto che io “non le mandi a dire” li ha conquistati e i miei programmi sono molto popolari anche in Cina, a Singapore, in Malesia. Alla fine ho scritto anche un libro, in testa nelle classifiche. Il titolo? Beh, si potrebbe tradurre con “Non avere paura”, abbi sempre il coraggio di dire la verità». Ecco, sembra anche un messaggio verso il suo passato, al Riccardo che quindici anni fa finì in ospedale, affondato dalle angherie di un gruppo di bulli e che non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe diventato ricco, affermato e star in Asia. Alla faccia dei bulli. 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Marzo 2017, 11:51
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