Non c'è 3 senza 4: Braccialetti Rossi al via da domenica, già in cantiere una nuova stagione

Non c'è 3 senza 4: Braccialetti Rossi al via da domenica, già in cantiere una nuova stagione

di Donatella Aragozzini
Niente fermerà i Braccialetti rossi. Non ci riferiamo solo alla forza d'animo dei personaggi della fiction di Rai1, che torna domenica in prima serata, ma alla serie in sé: mentre il format originale spagnolo si è fermato a due stagioni, in Italia quella in partenza è infatti la terza stagione e il produttore, Piero Degli Esposti, assicura che ce ne sarà anche una quarta, già in scrittura. E non potrebbe essere altrimenti, considerando il successo sia in termini di ascolti che di risonanza mediatica, con una community sul web che conta un milione di partecipanti. 

«La scelta di parlare di adolescenti ha permesso di colpire il pubblico giovane, che di solito la tv non la guarda più, ma anche di avere un pubblico trasversale spiega Tinni Andreatta, direttore di RaiFiction (foto) La seconda stagione ha ottenuto il 24% di share di media, ma con un'età di 9 anni inferiore all'età media della rete». Ai vecchi personaggi, che come spiega lo sceneggiatore Sandro Petraglia avranno «dimensioni meno infantili», se ne aggiungono ora di nuovi, in primis Bella (Silvia Mazzieri), fidanzata di Vale, e Bobo (Niccolò Bertonelli), giovane cardiopatico con una madre inadeguata (Francesca Chillemi). «Siamo riusciti a parlare di malattia, che fa parte della vita, rompendo dei tabù sottolinea il regista Giacomo Campiotti Abbiamo fatto veramente servizio pubblico, raccontando storie con rispetto e garbo». Una delle più coinvolgenti è sicuramente la storia di Leo (Carmine Buschini), che dovrà lottare ancora per la sopravvivenza, con Cris (Aurora Ruffino) sempre al suo fianco, e anche affrontare i fantasmi del passato. 

«La serie ha dato coraggio a tanti ragazzi che combattono la stessa battaglia prosegue il regista una madre mi ha scritto che il figlio non voleva fare la chemio e dopo aver visto la fiction si è convinto. Gli attori che interpretano la serie hanno incontrato ragazzi malati in molti ospedali, penso sia stata un'esperienza forte anche per loro». Talmente forte da far dire alla Ruffino: «Le lacrime delle ragazze che mi abbracciano raccontandomi di aver superato l'anoressia valgono centomila volte di più di qualsiasi premio cinematografico o televisivo».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Ottobre 2016, 11:14