'I miei vinili', Riccardo Rossi e i suoi ospiti su Sky Uno: "Le nostre storie legate a quei dischi"

'I miei vinili', Riccardo Rossi e i suoi ospiti su Sky Uno: "Le nostre storie legate a quei dischi"

di Donatella Aragozzini
«I nostri vinili parlano di noi, perché dentro quei dischi ci sono emozioni ancora tutte da raccontare». Così spiega Riccardo Rossi nel promo de I miei vinili, format originale che va «a caccia di ricordi e aneddoti nei solchi di un disco», in onda da stasera alle 21.15 su Sky Uno HD (e dal 13 giugno anche alle 20.00 su Sky Arte).

«Il vinile è completamente diverso dal cd o dalla musica digitale spiega Rossi, per la prima volta al timone di una trasmissione musicale è una macchina del tempo, ti fa tornare subito alla mente dei momenti, proprio come il profumo di una ragazza che ti piaceva, che non te lo scorderai mai». Il programma nasce da un'idea di Claudio Donato, producer e protagonista della dance italiana degli anni 80, titolare da sempre dello storico negozio Goody Music di Roma dove l'attore e conduttore ha lavorato come commesso quando aveva vent'anni. E proprio all'interno di Goody Music Rossi riceve i suoi ospiti, intervistandoli sui cinque vinili «che hanno rappresentato qualcosa nello loro vita». 

E gli aneddoti sono tanti, tantissimi. Scopriremo ad esempio che Anna Foglietta è legata a The Great Gig In TheSky dei Pink Floyd «nonostante sia uscito quando lei non era ancora nata»; che Enrico Mentana, bambino, aveva messo da parte i soldi per comprare Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band ma «ha dovuto chiederne altri alla madre perché costava già 1000 lire più degli altri dischi»; che Stefano Fresi ascoltava le musiche di Fantasia e Guerre Stellari non sapendo che erano colonne sonore; che alcuni film di Enrico Vanzina sono stati ispirati da canzoni, Sapore di sale di Gino Paoli e Via Montenapoleone di Van Wood.

Quanto a Fiorello, «l'ho visto andarsene via col pensiero ascoltando Putesse essere allero di Pino Daniele, perché gli ricordava quando andava da ragazzo su uno scoglio con il walkman per starsene un po' da solo», mentre a Luca Barbarossa «Songs In The Key Of Life di Stevie Wonder ricordava una partenza per Londra. Quello è uno dei cinque dischi che rappresentano anche me, perché mi ha cambiato i gusti musicali: mi ha fatto innamorare della black music, mentre prima ascoltavo solo musica classica».
Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Giugno 2017, 08:50
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