Dalle stelle alle stalle, perché abbiamo bisogno
della danza di Bolle ma anche del Gf Vip
di Stefania Cigarini
“Roberto Bolle, la mia danza libera” e il “Grande fratello” sono due facce della stessa medaglia, due anime dello stesso utente, che sia il telespettatore classico da sofà o lo smanettone compulsivo da social. Sono/siamo noi entrambe le cose, buono e cattivo, bello e brutto, estasi e trash.
Abbiamo bisogno di entrambi. Sia dei massaggi hot al piagnone (per ragioni di auditel) Stefano Bettarini ammaniti da una Valeria Marini che qui è solo una vaga immagine della diva patinata da rotocalco. Sia del talento e dell’emozione che scaturisce dai movimenti di Roberto Bolle, impareggiabile anche quando si prende in giro nel duetto con Virginia Raffaele/- Claudia Fracci: «la tivù pubblica che decide di violare le regole, e che ha successo», come ha sintetizzato il vip per davvero, Jovanotti.
Abbiamo bisogno del duetto tra Bolle e Carla Fracci (quella vera), come dei bikini striminziti di Mariana Rodriguez. Perché il Grande Fratello ci rassicura: “menomale che non sono come loro”, ci fa sentire migliori e scaramanticamente al riparo dalle cadute di stile e dalle meschinerie degli abitanti della Casa. Bolle - quell’espressione d’arte e cultura - ci dà l’idea che possiamo essere ancora meglio di quello che siamo.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Ottobre 2016, 09:27
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