Dalle stelle alle stalle, perché abbiamo bisogno
della danza di Bolle ma anche del Gf Vip

Dalle stelle alle stalle, perché abbiamo bisogno della danza di Bolle ma anche del Gf Vip

di Stefania Cigarini
Le stelle e le stalle: l’incanto della “Danza libera” di Roberto Bolle e il grottesco del “Grande fratello”. L’étoile internazionale del balletto, capace di incantare quasi 4 milioni di spettatori (e ottenere 12,5 milioni di contatti) su Rai 1, sabato scorso. E i vip “passati di cottura che”, dalla Casa, incassano una media di 3 milioni e mezzo di spettatori (4 milioni 157 mila nella puntata durante la quale il pugile Clemente Russo è stato espulso in diretta) per Canale 5.

“Roberto Bolle, la mia danza libera” e il “Grande fratello” sono due facce della stessa medaglia, due anime dello stesso utente, che sia il telespettatore classico da sofà o lo smanettone compulsivo da social. Sono/siamo noi entrambe le cose, buono e cattivo, bello e brutto, estasi e trash.

Abbiamo bisogno di entrambi. Sia dei massaggi hot al piagnone (per ragioni di auditel) Stefano Bettarini ammaniti da una Valeria Marini che qui è solo una vaga immagine della diva patinata da rotocalco. Sia del talento e dell’emozione che scaturisce dai movimenti di Roberto Bolle, impareggiabile anche quando si prende in giro nel duetto con Virginia Raffaele/- Claudia Fracci: «la tivù pubblica che decide di violare le regole, e che ha successo», come ha sintetizzato il vip per davvero, Jovanotti.

Abbiamo bisogno del duetto tra Bolle e Carla Fracci (quella vera), come dei bikini striminziti di Mariana Rodriguez. Perché il Grande Fratello ci rassicura: “menomale che non sono come loro”, ci fa sentire migliori e scaramanticamente al riparo dalle cadute di stile e dalle meschinerie degli abitanti della Casa. Bolle - quell’espressione d’arte e cultura - ci dà l’idea che possiamo essere ancora meglio di quello che siamo. 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Ottobre 2016, 09:27
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