'Spirito allegro', l'ironia tagliente di Leo Gullotta da stasera al Carcano

'Spirito allegro', l'ironia tagliente di Leo Gullotta da stasera al Carcano

di Ferro Cosentini
Forse solo l'ironia, tagliente quanto intelligente, potrà salvarci dalla credulità. 

Sicuramente lo pensava il grande Noël Coward che, con Spirito Allegro, seppe sbeffeggiare il mondo del paranormale e dell'occulto, ma soprattutto la sua società. Atteso al Teatro Carcano da oggi, per la regia di Fabio Grossi e con Leo Gullotta assoluto protagonista, il testo del drammaturgo britannico è una commedia dalla struttura classica e, spiega lo stesso attore siciliano, «di straordinaria eleganza». 

Una commedia di situazione che, in fondo, porta il pubblico a riflettere su ciò che ormai è divenuto, nella modernità, il vero argomento tabù, imbarazzante e increscioso: la morte. Scritta da Coward nel 1941, Spirito allegro ironizzava su quanto di più inquietante incombesse sulla scena europea al tempo: dopotutto, quella era la stagione del nazismo imperante sul continente europeo. 

Il sorriso, invece, cala in scena grazie alla rappresentazione della classe agiata dell'epoca. «Il senso di una commedia di questo tipo è l'esorcismo spiega Gullotta È una medicina contro la negatività contemporanea». Particolare nello spettacolo è l'utilizzo della tecnologia: piccole presenze spiritiche sono riprodotte da proiezioni con la tecnica del video-mapping in 3-D.

Leo Gullotta veste i panni del mondano romanziere Charles Condomine, grande appassionato di occultismo che arruola per una seduta spiritica a domicilio - l'eccentrica medium Madame Arcati (Betti Pedrazzi): a sparigliare le carte sarà il fantasma della lunatica prima moglie Elvira, che certo non ha simpatie per la seconda moglie di Chalrles, Ruth, interpretata da Federica Bern.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Febbraio 2017, 10:22
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