'Quello che non ho', Neri Marcorè porta al Quirino De Andrè e Pasolini

'Quello che non ho', Neri Marcorè porta al Quirino De Andrè e Pasolini

di Alessandra De Tommasi
I l nuovo spettacolo teatrale di Neri Marcorè prende in prestito il titolo da un brano di Fabrizio De Andrè, Quello che non ho, per raccontare attraverso la musica del cantautore il mondo di oggi, anche grazie alle suggestioni di Pier Paolo Pasolini. Un binomio potente di parole e note che tocca i temi caldi dell’attualità, per un’ora e mezza di satira sul palco.

Cosa rappresentano per lei questi due artisti? «Le canzoni di De Andrè sono legate a doppio filo ai miei ricordi familiari, il suo album La buona novella me l’aveva regalato zia, e Quello che non ho, che racconta di oppressi e di oppressori mi sembra perfetta per il tono dello spettacolo. Quando invece Pasolini venne assassinato avevo 9 anni, eppure mi è impossibile scordare i suoi dibattiti in tv».

Il tono dello show? «Racconta storie tra presente e futuro attraverso politica ed ecologia, ma anche filtrate da quel conformismo per cui ci fa comodo non vedere. Si passa dal lavoro minorile alla mafia fino ad arrivare alla burocrazia».

La tematica che le sta più a cuore? «L’ambiente. Ho visto il documentario Il sale della terra sul fotografo brasiliano Sebastiao Salgado che ha rinverdito una zona deserta fino a riportarla allo stadio di foresta amazzonica dopo anni e anni di tentativi».

Un messaggio per il pubblico? «Vorrei che tutti riflettessimo su come modificare piccoli atteggiamenti quotidiani senza vergognarci dell’impegno, convinti che ogni gesto moltiplicato per gli abitanti del pianeta diventa cambiamento, come ad esempio la riduzione dei consumi energetici. Si tratta di una rinuncia collettiva che dà i suoi frutti».

Speranza, quindi? «Quella resiste sempre e non è vero che le lucciole, come diceva Pasolini, non ci sono più».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Febbraio 2017, 10:34
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