"La Scortecata" di Emma Dante al Festival di Spoleto: l'incanto di una fiaba sulla vecchiaia

"La Scortecata" di Emma Dante al Festival di Spoleto: l'incanto di una fiaba sulla vecchiaia

di Silvia Natella
SPOLETO - Il corpo è una prigione, un ingombro tanto di intralcio quanto più vecchio e stanco. E se nelle fiabe più note basta una bacchetta magica o uno specchio per ringiovanire e diventare belle, alle protagoniste de “La Scortecata”, pièce teatrale scritta e diretta da Emma Dante per la sessantesima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, occorrono altri metodi.





Sul palco due attori, Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola, che interpretano due sorelle centenarie, brutte, anziane e sole. Si fanno compagnia in una catapecchia e ingannano il tempo, che non passa mai, inscenando una storia, la stessa che ha ispirato lo spettacolo. “La Scortecata” trae spunto da una delle fiabe popolari raccolte ne “Lo Cunto de li Cunti” di Giambattista Basile e racconta di un re che si innamora della voce della sorella minore e, credendola giovane e bella, la invita a trascorrere una notte con lui, ma accetta di non guardarla mai nuda e sotto la luce.  A illuderlo è un dito, “il mignolotto”, che la vecchia lascia intravedere dal buco della serratura. Liscio, senza grinze, potrebbe appartenere a chiunque. 





La drammaturgia dell’autrice e regista palermitana è ancora una volta la perfetta fusione tra il teatro di parola e l’espressività corporea. La lingua, a tratti volgare, è il dialetto napoletano, mentre gli attori si muovono in una scena scarna ed essenziale. Sul palco una porta, due sedioline e un castello in miniatura che evoca il sogno comune e irrealizzabile. Non nascondono la loro mascolinità i personaggi, anzi la esibiscono con barba e muscoli in evidenza perché sono due donne dall’aspetto così sgradevole da non essere mai state volute da nessuno che non fosse stato “cecato”. Ruoli femminili per interpreti maschili dunque, come nella tradizione del teatro settecentesco. 





Il movimento e la frenesia, così centrali nei lavori di Emma Dante, non sono sacrificati del tutto: ai gesti misurati e lenti, adatti all’età avanzata, si alternano quelli ossessivi e ripetitivi. Sulle note di alcune canzoni del repertorio classico napoletano le due sorelle succhiano frequentemente il dito mignolo nella speranza di ammorbidirlo e assottigliarlo con la bocca, mentre è “Mambo Italiano” a fornire il sottofondo musicale per l’amplesso coperto e insieme mostrato attraverso un semplice lenzuolo. Nella storia, infatti, il re va a letto con la vecchina per poi lanciarla giù dalla finestra una volta scoperti le sue reali fattezze e gli acciacchi dell’età. Sopravvissuta e appesa a un albero incontra una fata che con un incantesimo la rende affascinante e desiderabile. Una trasformazione resa in scena da una parrucca rossa e un drappo adagiato sulle spalle, volutamente rivolte verso gli spettatori. Ne “La Scortecata” però manca il lieto fine: il re non sposa una delle due vecchie e il tempo non è clemente. Nessuna scorciatoia per la morte, nessuna storia in grado di lenire le sofferenze di un corpo stanco e raggrinzito. L’unica speranza è “scorticare” la pelle per eliminare quella vecchia e fare uscire la nuova. Le ferite non spaventano, sono da “patire” per chi bella vuole apparire. 

Le protagoniste si sopportano a malapena ma non riescono a fare a meno l’una dell’altra,  non escono di casa ma intraprendono un viaggio onirico offrendolo al pubblico. La fiaba però non racconta la vita di una principessa, ma la solitudine e la vecchiaia di due persone reiette e ai margini della società. Come ne “Le Pulle” l’ostentazione del corpo e la ricerca costante della bellezza diventano una parodia il cui umorismo è accentuato ancora una volta da un magico ribaltamento tra il maschile e il femminile. Nessuna prostituta transessuale o pseudo bambola dal volto irriconoscibile e dalla moralità discutibile, solo due donne in là con gli anni che vorrebbero finire i loro giorni con una piccola e labile speranza di realizzare il loro sogno. 
 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Luglio 2017, 21:16
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