Noyz Narcos, il rapper che canta Roma in tour per presentare il nuovo disco "Enemy"

Noyz Narcos, il rapper che canta Roma in tour per presentare il nuovo disco "Enemy"

di Rita Vecchio
Senza Roma, Noyz Narcos non sarebbe tale. Anzi, senza Roma forse non si sarebbe mai messo a rappare. Il romano verace di Montesacro, ma vissuto tra Centocelle e Tor Pignattara, che ricorda gli stornellatori, che non ha mai smesso di cantare Roma nemmeno dopo essersi trasferito a Milano, pubblica il 13 aprile il suo nuovo lavoro, “Enemy”, anticipato da “Sinnò me moro”, il singolo non a caso omaggio a Gabriella Ferri. E annuncia: «Potrebbe essere il mio ultimo album. Sento la voglia di fare altro. Magari mi rimetto a tatuare. Magari apro un locale fuori dall’Italia. Se si decide di smettere, meglio andarsene con stile prima di peggiorare». Ma lui di cose non parrebbe non averne più da dire e il suo rap resta «diverso da quello di oggi, radicato al passato. Per questo è difficile competere», racconta. 
 


Sarà forse la disillusione nei confronti della scena rap («in cui non mi riconosco più»), sarà che dopo anni di musica si è stufato, fatto sta che alla vigilia del suo ultimo album (disponibile anche in vinile di vari colori e una copertina con testi, scheletri ed essere demoniaci raffigurati) dice, o almeno fa credere, di pensare a fare altro. «Ho un repertorio talmente grande che posso continuare a suonare per anni. Quando ho iniziato io, il rap era di nicchia e il lavoro sporco lo abbiamo fatto noi. I rapper di oggi, che si sono trovati la strada spianata, non trovano le difficoltà che abbiamo incontrato quando abbiamo iniziato, di quando il genere non era apprezzato, di quando non si vendevano dischi e la gente non capiva che cosa stessimo facendo». Il rap di oggi non è il rap di ieri, ribadisce più volte dietro occhiali scuri, con tanto di tatuaggi e Rolex al polso tanto da non smentire la categoria. «I rapper sono cantautori migliori del passato, perché non parlano solo di amore, stelle, cielo e mare».


Nei testi parla anche di soldi (che chiama “i sordi”). «Ho fatto tanti lavori. Quando ho capito che guadagnavo di più con la musica che facendo il tatuatore, mi sono messo a fare musica. E l’ho fatto nel momento in cui era difficile fare rap». Nel suo disco chiama Coez, Rkomi, Carl Brave & Franco, Achille Lauro, Luchè e Capo Plaza, Salmo per i suoi featuring e produttori Sine, Davide Ice, Parix e The Night Skinny. Emanuele Frasca, questo il suo nome “non da rapper”, oltre al primo singolo con cui ricorda la Ferri, «cantautrice romana con cui sono cresciuto, ascoltando i suoi vinili», nel disco inserisce pezzi che spaziano dal rap, trap, elettronica. Da “Niente per Niente” a “Mic check”, “Sputapalline”, “Matanza”, “Borotalco”. «La mia è musica di ascolto - dice -  Non ho mai voluto usare la tv come canale di propagazione. Voglio dire che chi vuole, deve venirla a sentire la mia musica». E se decide di non smettere, lui, anche se con il suo rap di ieri, nella scena musicale saprà comunque distinguersi. 

DATE “Enemy instore tour”: 
Partirà Venerdì 13 Aprile con un doppio appuntamento prima a Monza presso la Feltrinelli e poi a Milano presso il Mondadori Megastore di Piazza Duomo per poi proseguire Sabato 14 Aprile a Latina presso la Feltrinelli e poi a Roma presso la Discoteca Laziale, Il 15 Aprile a Varese presso Varese Dischi e a Torino alla Feltrinelli, il 16 Aprile a Firenze presso la Feltrinelli, il 17 Aprile a Napoli e Salerno, il 18 Aprile a Bari e Lecce, il 19 Aprile a Cagliari, il 20 Aprile a Stezzano (BG) e Brescia, il 21 Aprile a Padova, il 22 aprile a Mestre e Villese (GO) , il 23 Aprile a Bologna, il 26 Aprile a Palermo, il 27 Aprile a Catania e il 28 aprile a Genova.


 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Aprile 2018, 13:25
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