'Mariangela!', l'omaggio alla Melato su Rai Storia con il ricordo del suo Renzo Arbore

'Mariangela!', l'omaggio alla Melato su Rai Storia con il ricordo del suo Renzo Arbore

di Mario Fabbroni
«A casa mia, in camera da letto, c’è l’oggetto più caro che ho di Mariangela Melato: il suo autoritratto». Renzo Arbore è commosso, e si vede.

Da domani su Rai Storia, alle 21.10, andrà infatti in onda “Mariangela!”, omaggio in tre puntate (ce n’è una quarta, ma sarà una sorpresa) che viale Mazzini dedica all’artista, morta a Roma nel 2013, arricchito dalle testimonianze degli amici e dei colleghi di sempre tra cui Pupi Avati, Michele Placido e Lella Costa che conduce il programma firmato da Fabrizio Corallo. Ma per Arbore, Mariangela Melato è stata molto di più di un’attrice: «Le sono stato legato sentimentalmente e molto profondamente».

Quell’autoritratto era stato dipinto per l’amato Arbore? «Mariangela, che era anche una bravissima pittrice, l’aveva dato al regista Marco Tullio Giordana. Lui, molto carinamente, l’ha poi regalato al sottoscritto».

Cosa ci vedi ancora oggi nell’autoritratto di Mariangela Melato? «Il talento puro. Mariangela aveva una bellezza particolare, diversa dal solito cliché: una sintesi di versatilità senza eguali, tant’è che ha fatto il teatro classico e quello d’avanguardia, ha lavorato con Ronconi e Giancarlo Sepe dando vita agli esperimenti più strani. Ha fatto la bella, la brutta, la bambina, perfino personaggi come Filumena Marturano e l’avvocatessa delle donne Tina Lagostena Bassi. Ha recitato in film brillanti come “Aiutami a sognare” di Pupi Avati dove cantava e ballava, oppure “Travolti da un insolito dstino”. Ha fatto teatro di varietà come “Alleluja brava gente” con Gigi Proietti».

Tutto questo sarà nelle puntate di “Mariangela!”: cosa invece non vedremo? «Non si vredrà tanto la Mariangela donna, anzi grande donna. Non si vedrà nell’intimità della casa oppure nelle serate con gli amici dove lei era canterina più che mai, dove si trasformava nell’animatrice di tanti giochi. Si vedrà poco la sua grande generosità e il fatto che si innamorava dei ruoli più umili».

Com’è stato l’incontro con Mariangela e cosa ha significato starle accanto? «Sono stato contagiatodai suoi “codici artistici”. Ero un oscuro disk jockey che faceva programmi alla radio con Gianni Boncompagni, mi sono trovato al cospetto di un’artista di carattere, elegante, che ha sempre rifuggito dalle scelte professionali fatte solo per danaro. Sono stato molto beneficiato, grazie a lei ho conosciuto grandi registi. Spero le venga intitolato il Teatro Valle di Roma».

Cosa ritieni di averle restituito? «Ricambiavo Mariangela con il sorriso, ero deputato a farla sorridere. Dall’inizio alla fine, la nostra storia è stata così».

Un ultimo ricordo? «Ballava come una nera, in modo moderno, come se fosse stata a New Orleans. Aveva uno swing tutto suo. Era Mariangela Melato». 
Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Maggio 2017, 09:00
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