Kurt Cobain, la lettera della figlia Frances a 30 anni dalla scomparsa: «Avrei voluto conoscerlo»

La ragazza ha deciso di scrivere un lungo pensiero al padre morto nel 1992

Kurt Cobain, la lettera della figlia Frances a 30 anni dalla scomparsa: «Avrei voluto conoscerlo»

di Redazione web

Kurt Cobain è morto nel 1994 a 27 anni perché si tolse la vita con un colpo di pistola. Il leader dei Nirvana ha rivoluzionato il mondo della musica rock praticamente inventando un altro genere: il grunge. Nonostante abbia avuto una vita davvero breve, Kurt intraprese una travagliata storia d'amore con Courtney Love dalla quale nacque la loro bambina Frances Bean Cobain. Proprio nel giorno del 30esimo anniversario, la ragazza ha scritto una lettera al padre che ha poi pubblicato sul proprio profilo Instagram. 

La lettera a Kurt Cobain 

La lettera che Frances Bean Cobain ha scritto a papà Kurt Cobain recita così: «Trent'anni fa la vita di mio padre finì. La seconda e la terza foto catturano l'ultima volta che siamo stati insieme mentre era ancora vivo. Nonna Wendy (sua madre) mi premeva spesso le mani sulle guance e mi diceva "hai le sue mani". Le annusava come se fosse la sua unica possibilità di tenerlo ancora un po' più vicino, congelato nel tempo. Spero che gli tenga le mani ovunque siano. Negli ultimi 30 anni le mie idee sulla sua perdita sono state in uno stato di continua metamorfosi. La lezione più grande appresa attraverso il lutto quasi da quando sono stata cosciente è che ha uno scopo. Il dualismo tra vita e morte, dolore e gioia, yin e yang, deve coesistere l'una accanto all'altra altrimenti nulla di tutto ciò avrebbe alcun significato. È la natura stessa dell'esistenza umana che ci porta nel profondo della nostra vita più autentica.

A quanto pare, non esiste motivazione più grande per appoggiarsi alla consapevolezza amorevole del sapere che tutto finisce». 

Le parole di Frances

Frances Cobain continua scrivendo: «Vorrei aver potuto conoscere mio padre. Avrei voluto conoscere la cadenza della sua voce, quanto gli piaceva il caffè o come ci si sentiva a rimboccarsi le coperte dopo una favola della buonanotte. Mi sono sempre chiesta se avrebbe catturato girini con me durante le afose estati nello stato di Washington e se odorasse di Camel Lights e Nesquik alla fragola (i suoi preferiti, mi è stato detto). Mi ha regalato una lezione sulla morte che può arrivare solo attraverso l'esperienza vissuta di perdere qualcuno. È il dono di sapere con certezza, quando amiamo noi stessi e coloro che ci circondano con compassione, con apertura, con grazia, quanto più significativo diventa il nostro tempo qui. Kurt mi ha scritto una lettera prima che nascessi. L'ultima riga dice: "ovunque tu vada o ovunque io vada, sarò sempre con te". Ha mantenuto questa promessa perché è presente in tanti modi. Che sia ascoltando una canzone o attraverso le mani che condividiamo, in quei momenti riesco a trascorrere un po' di tempo con mio padre in maniera trascendentale. A chiunque si sia chiesto come sarebbe stato vivere accanto alle persone che hanno perso, vi ho nei miei pensieri oggi. Il significato del nostro dolore è lo stesso». 


Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Aprile 2024, 16:24
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