Alex Britti a Leggo prima del live romano
di sabato: "Niente talent, solo blues" -Guarda

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di Emiliana Costa
«Non suono a Roma da un po’ e mi piace immaginare che la città mi attenda. In realtà sono io che la sto aspettando». Parola di Alex Britti che sabato torna nella sua Capitale, all’Auditorium Parco della Musica, per la tappa del tour In nome dell’amore. «Si tratta di un concerto che riassume tutta la carriera - spiega l’artista che ieri è stato direttore per un giorno a Leggo - iniziamo con le atmosfere blues per poi finire con le mie canzoni più ballerrecce».

Il cantautore, cresciuto nello storico rione di Monteverde Vecchio, ha un rapporto particolare con la città. «Ho iniziato a suonare la chitarra a 7 anni sui muretti del quartiere. Anche se il genere di musica “da comitiva” non ha mai fatto per me, preferivo cimentarmi con il jazz». Poi il salto in Olanda. «A vent’anni avevo già suonato con i più grandi chitarristi italiani, come Roberto Ciotti, ma non volevo fermarmi. Mi sono trasferito in nord Europa e ho ampliato la mia esperienza».

E quando si passa a parlare di nuovi generi, Britti non ha dubbi: «Mi fanno sorridere i sedicenti esperti che bollano la musica contemporanea definendola semplice da creare al computer. Non tutti sono in grado di lanciare una hit utilizzando i mezzi digitali. Lo stesso Jimi Hendrix non fu capito dai critici dell’epoca e anche oggi prima di parlare dovrebbero contare fino a venti».

L’artista romano, che si definisce «un antidivo», confessa che avrebbe strappato un selfie solo a due personaggi provenienti da mondi completamente diversi: «A casa vicino alla macchinetta del caffè ho una cornice con due scatti per me irrinunciabili, Paulo Roberto Falcao, lo storico centrocampista della Roma, e il trombettista statunitense Dizzy Gillespie. Ho cambiato circa 15 appartamenti, ma queste foto sono sempre venute con me e convivono sotto lo stesso vetro».

Guai però a parlare di social: «Ho dei profili ufficiali gestiti dal mio staff per comunicare con i fan. Ma non amo passare troppo tempo su Facebook e Twitter, secondo me se uno sta sempre lì, è perché si annoia». Chiusura sui talent: «Non potrei fare il giudice, non mi vesto in modo eccentrico e non sono un personaggio. Il mio stile è troppo blues».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Luglio 2016, 20:37
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