'La paura ti trova', il romanzo di Fabrizio Roncone:
"Ho scelto di ambientarlo nella Roma più vera"

'La paura ti trova', il romanzo di Fabrizio Roncone: "Ho scelto di ambientarlo nella Roma più vera"

di Valeria Arnaldi
È Marco Paraldi, ex-giornalista, a indagare sul caso di un bimbo scomparso da un campo rom, in La Paura ti trova (Rizzoli), romanzo d'esordio di Fabrizio Roncone, inviato speciale del Corriere della Sera. Ma la vera protagonista è una Roma di cronaca dalle tante anime: dal Tuscolano ai Parioli, dal centro storico a Capocotta.

Fabrizio Roncone, come mai un romanzo ora?
«Avevo fatto una questione di principio della scelta di non scrivere libri, perché credo che giornalista e romanziere siano due mestieri molto diversi. Mon volevo rischiare di mettere in gioco nome e cognome guadagnati in trent'anni di professione. Poi, l'entusiasmo dell'editore per le prime battute mi ha convinto».

Mestieri diversi che però si toccano, nel ritratto di Roma c'è sicuramente forte lo sguardo del cronista
«Roma è la mia città e la conosco bene, dovendo scrivere un giallo volevo scriverlo sullo sfondo di una realtà che conosco bene. Negli ultimi anni, Roma è stata raccontata sostanzialmente attraversi tre chiavi narrative. Romanzo Criminale ha illustrato una realtà che non esiste più da quarant'anni. La Grande Bellezza è ispirata ai Cafonal di Dagospia e racconta la fine della prima Repubblica, quindi una città di venti anni fa. Poi c'è stato Suburra, che ha puntato la lente solo su una piccola parte della città».

Com'è, dunque, la Roma di oggi?
«Non ha più un alto e un basso, è orizzontale. Bene e male si incrociano, a volte si sovrappongono. Non c'è più lo spacciatore che controlla piazza Euclide e le Muse, oggi lo stesso spaccia ai Parioli e al Tuscolano. Quella orizzontale è, forse, la vera indole della città».

L'incomprensione di questa dimensione orizzontale ha falsato pure la comprensione della cronaca recente?
«Abbiamo raccontato Mafia Capitale ancora con chiavi di lettura da banda della Magliana, è un riflesso condizionato ricondurre tutto al passato ma Roma è cambiata ed è cambiata la criminalità».

Come immagini il futuro della Capitale?
«Tutti hanno colpe, anche i romani. Ci siamo tutti i dentro. Questa città non si salverà quartiere per quartiere, ma lavorando tutti insieme».

Il protagonista è un giornalista: c'è il desiderio di restituire all'informazione la giusta importanza?
«Credo che negli ultimi venti anni la stampa italiana abbia fatto bene il suo lavoro, nonostante qualche eccezione. Abbiamo raccontato tutto, spesso con grandi difficoltà e siamo frequentemente attaccati. Bisogna restituire alla categoria la sua dignità».
Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Maggio 2016, 09:19
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