Pietro Filippo, il 'furbetto del cartellino' condannato che resta al suo posto e non restituisce i soldi

È stato condannato dalla Cassazione per truffa ai danni dello Stato, ma è rimasto al suo posto e non ha mai restituito i soldi alla collettività: questa la storia di Pietro Filippo, un dirigente dell'azienda sanitaria provinciale di Cosenza che è stato intercettato dall'inviato de 'Le Iene' Filippo Roma.




La storia è decisamente grottesca: Filippo non è altro che uno dei tanti 'furbetti del cartellino' impiegati nella pubblica amministrazione smascherati in questi ultimi anni. La condanna definitiva, secondo il Contratto Nazionale dei Medici del Servizio Sanitario Nazionale, avrebbe dovuto far scattare il licenziamento senza preavviso, ma Filippo è sempre rimasto al suo posto e ora non è possibile rimuoverlo. Il perché lo spiega Raffaele Mauro, dg dell'Asp di Cosenza: «Si tratta di una situazione 'ereditata', in cui non possiamo fare niente. Del licenziamento poteva occuparsi solo il mio predecessore, Franco De Rose, ma non l'ha fatto».

Il caso risale a parecchi anni fa: era il 2010 quando Pietro Filippo era stato condannato dalla Cassazione a cinque mesi e dieci giorni, oltre alla restituzione delle somme indebitamente percepite. L'allora dg De Rose, però, non mosse un dito e Filippo rimase al suo posto. Oggi il 'Messi dei furbetti del cartellino', come l'ha chiamato Filippo Roma, è a capo di un'unità operativa che si occupa di assistenza ad anziani e disabili come Francesco, malato di sla che avrebbe bisogno di assistenza costante, ma che per mancanza di fondi viene assistito solo per due ore al giorno. Intanto, Pietro Filippo gira liberamente con auto e autista dell'Asp e, una volta intercettato in strada da Filippo Roma, tenta di divincolarsi e replica così: «State dicendo corbellerie, non dovrei dimettermi e ho restituito la somma che dovevo allo Stato». Una versione del tutto contrastante con quella fornita da Raffaele Mauro.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Giugno 2018, 18:59
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