Giusy Buscemi: «Sono una madre che lavora, stanca, scissa. E se potessimo non scegliere tra carriera e famiglia?»

L'attrice siciliana ha esordito sul palco del programma dove ha parlato di due temi molto sentiti dalle donne: maternità e lavoro

Giusy Buscemi: «Sono una madre che lavora, stanca, scissa. E se potessimo non scegliere tra carriera e famiglia?»

di Redazione web

Giusy Buscemi è stata la protagonista del monologo de Le Iene durante l'ultima puntata del programma. L'attrice originaria di Mazara del Vallo, Trapani, ha raccontato come all'età di 19 anni si sia trasferita a Roma per cercare di realizzare il suo sogno, ovvero quello di diventare attrice, e di come, quando ha incontrato il marito Jan Michelini, le sue priorità siano cambiate. Si è ritrovata a un bivio, ha dovuto scegliere: carriera o lavoro? Giusy racconta che, dopo avere scoperto di essere incinta della sua prima bambina Caterina, ha perso il lavoro. Il suo monologo ha fatto riflettere sulle scelte che una donna è chiamata a fare e su come, per quanto libera si possa sentire, abbia sempre dei "vincoli" da rispettare. Ora, l'attrice è mamma di tre bambini: Caterina, Pietro ed Elia. 

Il monologo di Giusy Buscemi 

Giusy Buscemi ha esordito sul palco de Le Iene dicendo: «Ci viene chiesto continuamente di scegliere, la vita è fatta di scelte, è vero, ma finché si tratta di scegliere cosa comprare al supermercato o che libro leggere tutto bene, ma se la scelta è tra diventare madre o fare carriera allora è complessa. Non puoi essere una brava madre e una brava attrice, devi scegliere. A 19 anni mi sono trasferita a Roma, volevo fare l'attrice. Poi ho incontrato l'uomo della mia vita (il regista Jan Michelini, sposato nel 2017, ndr) le priorità sono cambiate.

Volevo una famiglia, dei figli. Beh, se per tutte le donne che lavorano la maternità è ancora una dura battaglia, per le attrici, semplicemente, la maternità non esiste». 

Giusy ha continuato raccontando: «Riprendo a lavorare, resto incinta del mio secondo figlio. Per onestà prima di firmare il contratto dico di essere incinta, e altrettanto onestamente mi viene detto che l'assicurazione non copre le attrici in gravidanza. Perdo di nuovo il lavoro. Nasce il mio secondo figlio. Ho passato mesi in cui mi sentivo scissa, da una parte la gioia di diventare madre, dall'altra la paura, paura che nulla sarebbe tornato come prima. E questa scissione continuo a viverla tutti i giorni: quando sono al lavoro penso ai miei figli, e quando sono con i miei tre figli - perché nel frattempo è nato anche il terzo - tra pappe giochi e urla non vi nascondo che vorrei tornare sul set». 

La domanda di Giusy Buscemi 

Giusy Buscemi, infine, conclude il suo monologo con una domanda: «Oggi sono una madre che lavora, come tante. Stanca, scissa, ma in qualche modo ho fatto pace con l'idea di perfezione, forse esiste ma non fa per me. La mia domanda però è: "E se potessimo non scegliere, se potessimo non avere paura di avere un figlio perché poi dovremmo rinunciare alla carriera, se potessimo non sentirci in colpa per aver preso l'una o l'altra decisione, che mondo sarebbe?"». 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Marzo 2024, 11:52
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