'Veloce come il vento', Accorsi a Leggo
con De Angelis e Rovere -Foto

'Veloce come il vento', Accorsi a Leggo con De Angelis e Rovere

di Michela Greco
«Ho vissuto in Francia nove anni e so che c'è un problema culturale dalle radici lontane. C'è un rimosso pazzesco sul tema dell'integrazione razziale, è un gigantesco problema irrisolto dell'Europa». 

Così Stefano Accorsi - ieri direttore per un giorno di Leggo insieme a Matilda De Angelis e Matteo Rovere - ha commentato le nuove notizie emerse sull'attentato all'aeroporto belga di Zaventem, uno dei temi del giorno alla riunione di redazione cui ha partecipato con il suo regista e la sua coprotagonista in vista dell'uscita in sala di Veloce come il vento.
 


Al cinema dal 7 aprile, il terzo film di Rovere immerge lo spettatore tra i rombi dei motori delle corse automobilistiche Gran Turismo, tra Imola, Vallelunga e il Mugello, nel cui campionato gareggia Giulia De Martino (De Angelis), pilota giovanissima e talentuosa ma con una situazione familiare difficile.

Alla morte del padre-allenatore sarà il fratello Loris (Accorsi in una performance emozionante), tossico disperato ed ex-pilota di rally riemerso dal passato, a guidarla tra le insidie delle curve dei circuiti. Proprio lui che non sa affrontare le insidie della vita. «Abbiamo girato alcune scene a Matera - ha ricordato l'attore - e avevamo il campo base di fronte alla città antica. Eravamo lì il giorno in cui si è saputo che la città è stata eletta capitale europea della cultura per il 2019 ed è stato emozionante sentire il boato di festeggiamenti della città».

Per il ruolo Accorsi si è prestato a una notevole trasformazione fisica: ha perso diversi chili e appare con i capelli lunghi e unti, il volto scavato, i denti gialli e mangiati dalla droga. Per il regista Matteo Rovere, autore in precedenza di due film tratti da romanzi (Un gioco da ragazze e Gli sfiorati), Veloce come il vento rappresenta una sorta di nuovo inizio: «Ho scritto una storia che mi sarebbe piaciuto vedere da spettatore. Abbiamo usato il mondo dei motori per raccontare una storia familiare e di rapporti umani dentro la scatola di un film di genere».

Per lui, che fa il narratore (ed è anche tra i produttori di Smetto quando voglio), la notizia del giorno più intrigante è quella legata all'inchiesta sull'attico del cardinal Bertone: «Potrebbe essere un bellissimo film, un legal thriller impostato sul diritto canonico».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Aprile 2016, 08:54
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