Serena Bortone, dedica a Garrone per il film ‘Io Capitano’. Un hater: «Non cadere nel tranello politico». Lei risponde così

La conduttrice ha pubblicato sul suo profilo Instagram una foto insieme a Matteo Garrone e gli altri protagonisti del film

Serena Bortone, dedica a Garrone per il film ‘Io Capitano’. Un hater: «Non cadere nel tranello politico». Lei risponde così

di Redazione Web

«Abbiamo voluto dare forma visiva a tutta quella parte di viaggio che di solito non si conosce, generalmente vediamo le immagini dei barconi che arrivano e invece ci si dimentica che c'è un controcampo». Sono queste le parole che Serena Bortone ha scritto a corredo del suo ultimo post pubblicato sul suo profilo Instagram e che fa riferimento all'intervista di Matteo Garrone insieme agli altri protagonisti del film 'Io capitano' durante la puntata del programma #Che sarà.

«Un film che l'Italia ha designato per la corsa all'Oscar», ha aggiunto la conduttrice. Tuttavia, alcune critiche degli hater a corredo del post pubblicato dalla conduttrice sono state rumorose e pungenti. Andiamo a vedere tutto nel dettaglio.

Myrta Merlino a Pomeriggio 5, la foto con lo champagne scatena gli hater: «Finta come non mai»

Sabrina Ferilli outfit sportivo con colori autunnali: «L’estate è ancora con noi». Il commento di Mara Venier

Serena Bortone risponde su Instagram

«Io non so di chi sia la colpa ma sembrava un programma esclusivamente di sinistra.

Serena Bortone cerca di non cadere nel tranello politico perché sbaglieresti. Vai avanti nella tua informazione indipendente. E intervista personaggi più neutrali, non uno come Garrone che sai com'è. Ti consiglio di non parlare di argomenti politici», ha scritto un utente a corredo del post pubblicato da Serena Bortone. Così, la conduttrice non ci ha pensato due volte a rispondere a tono: «Garrone è uno dei registi italiani più importanti. Come puoi ridurlo ad una appartenenza politica? Il film, ti ricordo, che è candidato all'Oscar per l'Italia. Ragiona».

Io capitano

Il film Io capitano prodotto dal regista Matteo Garrone è molto importante per il nostro Paese, con la macchina da presa che per la prima volta racconta il punto di vista di chi arriva, in una sorta di controcampo ideale delle immagini dei nostri telegiornali. 

La storia di Seydou e Moussa non è il classico film di denuncia ma un racconto di formazione. Le vicende dei due ragazzi, che si basano su racconti veri di un migrante, arrivano come un pugno allo stomaco all'Occidente, senza pietismi né retorica: è tutto in quelle immagini, le scene terribili di morte nel deserto, la crudeltà dei lager libici, i rischi enormi del mare.


Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Settembre 2023, 15:14
© RIPRODUZIONE RISERVATA