Ryuichi Sakamoto, morto il musicista e compositore giapponese: vinse l'Oscar nell'87 con 'L'ultimo imperatore' di Bertolucci

Sakamoto aveva ricevuto numerosi riconoscimenti in carriera tra cui il premio Oscar nel 1987

Ryuichi Sakamoto, morto il musicista e compositore giapponese: vinse l'Oscar nell'87 con 'L'ultimo imperatore' di Bertolucci

di Claudio Fabretti

Il musicista e compositore giapponese Ryuichi Sakamoto è morto all'età di 71 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro. Lo ha reso noto la sua agenzia, a distanza di qualche giorno dalla scomparsa, avvenuta martedì.

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Chi era Ryuichi Sakamoto

Addio all’ultimo imperatore della musica, all’uomo che con le sue memorabili melodie e con le sue tessiture esili e raffinate ha lasciato un sigillo unico su mezzo secolo di storia della musica. Ryuichi Sakamoto è morto all’età di 71 anni, dopo una lunga battaglia contro il cancro. Lo ha reso noto ieri la sua agenzia, a distanza di qualche giorno dalla sua scomparsa, avvenuta il 28 marzo.
Nato a Nakano il 17 gennaio 1952, Sakamoto è stato anzitutto il tastierista-prodigio della Yellow Magic Orchestra, formidabile band dedita a sperimentazioni elettro-pop nel solco dell’iconografia futurista dei Kraftwerk, ma con un gusto j-pop tipicamente orientale, che si sublimò nel capolavoro Solid State Survivor (1979). Un anno prima, però, Sakamoto aveva già dato alle stampe il suo primo progetto solista, Thousand Knives Of Asia, cui fece seguire due anni dopo B2 Unit (con Andy Partridge degli Xtc). Quando nel 1983 gli YMO si sono sciolti, Sakamoto ha proseguito una brillante carriera solista, a partire dalle musiche di Furyo (Merry Christmas Mr. Lawrence), il film di Nagisa Oshima di cui è stato anche tra i protagonisti insieme a David Bowie. Una colonna sonora impreziosita dallo splendido brano Forbidden Colours, composto e interpretato con David Sylvian, ex-leader dei Japan.
Da qui in poi, è stata una successione di prodezze che hanno consacrato Sakamoto pioniere delle contaminazioni tra musica tradizionale d’Oriente e avanguardie elettroniche occidentali. Pochi come lui sono riusciti a spaziare tra generi diversi senza perdere la bussola: dal pop alla dance, dall’ambient alla bossa nova, dall’etnica alla classica. Particolarmente significativi alcuni suoi lavori come Illustrated Musical Encyclopedia (1986) e NEO GEO (1987), in grado di definire la vena world e pop che avrebbe poi caratterizzato molte delle sue uscite seguenti, attraverso il suo tipico tocco magico e minimalista.
Oltre all’Oscar ottenuto nel 1987 per la colonna sonora de L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci (per il quale ha scritto le musiche anche di Il tè nel deserto e Piccolo Budda), Sakamoto ha conquistato diversi premi internazionali - incluso un Grammy e un Bafta - per il suo lavoro che nel cinema lo ha visto anche al fianco di Brian De Palma, Volker Schlöndorff e Pedro Almodóvar.
«Sono una persona timida, non esibizionista e non sono abituato, né amo, mostrare la mia vita quotidiana», diceva di sé.

E ha conservato questa mirabile discrezione per tutta la sua carriera, incluso l’ultimo, drammatico periodo, segnato dalla malattia. Il suo disco-testamento, 12, uscito proprio all’inizio del 2023, testimoniava la sofferenza e il coraggio di un artista disposto ancora a mettersi a nudo, dopo aver scritto e prodotto alcune delle musiche più belle degli ultimi cinquant’anni.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Aprile 2023, 15:33
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