Da 'Batti lei' al megadirettore galattico, le scene più divertenti -VIDEO

Da 'Batti lei' al megadirettore galattico, le scene più divertenti
Attore, comico, scrittore e sceneggiatore. Tante facce per un unico grande interprete del piccolo e del grande schermo italiano. Così era Paolo Villaggio, scomparso oggi a Roma all'eta di 84 anni. «Ciao papà - ha scritto sua figlia Elisabetta su Facebook, dandogli l'addio - ora sei di nuovo libero di volare».

Nato a Genova il 30 dicembre 1932, Villaggio iniziò il suo percorso artistico alla fine degli anni sessanta, nel cabaret approdando presto in televisione nel programma di Romolo Siena 'Quelli della domenicà (1968), trasmissione pomeridiana in onda sul Canale Nazionale della Rai, avvenne così sul pòiccolo schermo il primo incontro fra il grande pubblico e i personaggi dell'imbranato Fantocci, diventato poi Fantozzi, e del sadico professor Kranz.

Al cinema Villaggio inizia con un insuccesso, 'Eat it', scritto e diretto da Francesco Casaretti nel 1968, seguito l'anno dopo da 'I quattro del pater noster' di ruggero Deodato, dove gli altri tre erano Lino Toffolo, Enrico Montesano e Oreste Lionello, poi ci sono 'Il terribile ispettorè, regia di Mario Amendola (1969) e nello stesso anno 'Pensando a tè, di Aldo Grimaldi, ma soprattuto 'Brancaleone alle Crociate (1970) di Mario Monicelli nel quale è l'alemanno Thorz, personaggio che sembra ricalcato sul professor Kranz.

La svolta professionale arriva nel 1971 quando la casa editrice Rizzoli pubblica i suoi racconti sul ragionier Fantozzi, già usciti sulla rivista 'l'Europeò: il successo fu immediato e poi arrivò il primo di una fortunata serie di film. 'Fantozzì (1975) venne diretto da Luciano Salce.Villaggio, comunque, non è solo Fantozzi, come testimoniano i circa settanta film cui ha partecipato, lavorando con registi, fra gli altri, quali Fellini, Ferreri, Lina Wertmüller, Ermanno Olmi e Mario Monicelli.

Nell'ottobre del 1992 è uscito nelle sale cinematografiche 'Io speriamo che me la cavò, pellicola diretta dalla cineasta romana Lina Wertmüller, un affresco sul disagio economico del Sud tratto dall'omonimo bestseller di Marcello D'Orta, che raccoglie i temi scolastici di una terza elementare di Arzano, Napoli. La figura del maestro, assente nel libro, e interpretata da Villaggio, è il filtro attraverso il quale i piccoli esprimono la loro visione del mondo. Nello stesso anno, in occasione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, Villaggio ha ricevuto il Leone d'oro alla carriera, mentre nel 2000 è stato insignito del Pardo d'onore alla carriera al Festival del cinema di Locarno il Pardo d'onore alla carriera.

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Luglio 2017, 12:14
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