'Lo squalo', l'autore Carl Gottlieb: "Così riuscimmo a terrorizzare e conquistare il pubblico"

'Lo squalo', l'autore Carl Gottlieb: "Così riuscimmo a terrorizzare e conquistare il pubblico"

di Remo Sabatini
Ci sono film che non hanno bisogno di presentazioni. Pellicole che hanno segnato la storia del cinema e che, ancora oggi, vantano milioni di fan e sono protagonisti di rievocazioni. Concerti, come quello di Boston a breve, conferenze e proiezioni vintage, come quella prevista presso l'Orpheum Theatre di Los Angeles. Lo Squalo è uno di questi. Campione d'incassi, quando uscì , nel 1975, fu capace di stracciare tutti i record al botteghino, cambiando per sempre la storia di Hollywood. Le vicende dello squalo mangiatore di uomini, protagonista del film, le conosciamo tutti.

Così come quelle legate alla regia, affidata a un giovanissimo Steven Spielberg, o al cast, attori di tutto rispetto come Roy Scheider, Robert Shaw, Murray Hamilton, Richard Dreyfuss, Lorraine Gary e Carl Gottlieb. 
Tratto dal bestseller di Peter Benchley, il film fu scritto da Carl Gottlieb che ridisegnò personaggi e trame, accompagnando la produzione al successo. Gottlieb vive a Los Angeles. Produttore, regista, attore, scrittore e sceneggiatore, è un uomo amabile che, ancora oggi, è acclamato dai milioni di fan del film. «È curioso ma, quando Lo Squalo uscì nelle sale Usa, nel giugno del 1975, non fu riconosciuto come un film importante. Spielberg non ebbe nemmeno una nomination e i 3 Oscar vinti se li aggiudicarono Verna Fields (montaggio), John Williams (musiche) e il Suono. Nonostante la vittoria ai Golden Globe, molti consideravano Lo Squalo, troppo commerciale». Carl, poi, ricorda le settimane della lavorazione. «Nonostante diversi problemi tecnici, come lo squalo meccanico che non voleva saperne di funzionare, o qualche piccolo attrito tra gli attori, è stata la collaborazione più soddisfacente della mia vita».

Poi, le cose cominciarono a funzionare. «Avevamo grandi attori e un giovanissimo Spielberg che, però, aveva già alle spalle un film per la tv di successo (Duel). Frequentavo il cast anche fuori dalle scene. Così avevo imparato a conoscerli: le loro voci, inclinazioni, modi di fare. Riscrissi i loro personaggi basandomi sulle loro reali personalità così che, tutto, davanti alla telecamera, risultasse più naturale». Come la storia della presunta rivalità tra Shaw (Quint) e Dreyfuss (Hooper). «Esattamente. I due provenivano da ambienti diversi e, fuori dal set, si notava quella certa rivalità che, poi, tradotta sullo schermo, era perfetta. La tensione tra il biologo e Quint ne è la perfetta estensione. Così come il personaggio del sindaco di Amity che, nel romanzo è un cattivo e nel film, invece, è un uomo in conflitto con se stesso che ha a cuore la sua comunità».

È stata questa la chiave del successo di Jaws? «Nessuno può dirlo con certezza. Quello che so è che per 40 anni, ogni volta che venivo invitato a incontri e conferenze, la prima cosa che mi sentivo dire è stata Non sono entrato in acqua per anni o Quel film mi ha fatto venire la paura dell'oceano. Cinematograficamente parlando, avevamo raggiunto l'obiettivo».

The Jaws Log è il libro di Carl Gottlieb. Pieno di aneddoti e curiosità, racconta le vicende legate al film. Oggi, Gottlieb, continua a lavorare. «Ho appena terminato una nuova storia. Una commedia romantica internazionale, con set anche in Italia. Il produttore (Elliot Abbot) sta lavorando alla regia e al cast. Scrivere è la mia passione - conclude Carl - e la mia penna ha ancora molto da raccontare».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Maggio 2017, 08:50
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