La Coppia dei Campioni, Massimo Boldi
e Max Tortora a Leggo -Foto

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di Emiliana Costa
«Vorremmo fare un film-insuccesso in Cina, dove ci sono cinque miliardi di abitanti. Mal che vada con due, tre milioni di spettatori diventiamo straricchi». Parola di Massimo Boldi e Max Tortora, il duo inedito di comici che ieri a suon di battute ha conquistato la redazione di Leggo, in veste di direttori per un giorno. Gli artisti, nelle sale con la pellicola La coppia dei campioni di Giulio Base, ci hanno svelato i retroscena di un road movie tutto da ridere.
 


Presente all'incontro anche Marco Vestri, il nostro lettore vincitore del contest letterario legato al film. Sullo schermo gli artisti sono due colleghi caratterialmente agli antipodi, spediti dall'azienda per cui lavorano a Praga per la finale di Champions League. «È un lungometraggio che parla di calcio, in cui non si vede il calcio. Come il Milan che non segna mai», scherza Boldi, da sempre tifoso rossonero. «Al contrario dei due personaggi che interpretiamo - continua Tortora - io la partita l'avrei guardata da casa davanti a un piatto di spaghetti. Sono della Roma, ma non amo andare allo stadio».

L'attore milanese, protagonista di film cult della storia del cinema italiano - da I pompieri a Yuppies - svela qual è il lungometraggio che gli è rimasto nel cuore: «Tra quelli che ho interpretato, Sognando la California di Carlo Vanzina è il mio preferito, ma non dimentico neanche tutti i film di Natale». Nel 1996 il re dei Cinepanettoni è stato protagonista di Festival, una pellicola drammatica di Pupi Avati: «Il film ebbe un grande successo alla Mostra di Venezia, ma al cinema non lo andò a vedere nessuno. Il pubblico quando cambi ambito non ti riconosce». Tortora, (che si esibisce in un'esilarante interpretazione di Luciano Rispoli), racconta dei suoi esordi. «All'inizio, per ammazzare la solitudine, trascorrevo i pomeriggi dietro le quinte di Tappeto volante, un programma che mi ha fatto tanta compagnia». E se gli si chiede di Franco Califano e Alberto Sordi, le sue imitazioni più amate, risponde: «Chi non c'è più non può emanare energia, né tantomeno alzare il telefono per replicare. Mi sembrerebbe un abuso continuare a interpretarli».
Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Maggio 2016, 18:28
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