'I peggiori', Guanciale e Alfieri a Leggo: "Un 'buddy movie' che parla di famiglia"

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di Michela Greco
«Andate a ruba', tanto siamo in Italia». È semplice e complessa come questa frase la motivazione che spinge i due fratelli Miele a trasformarsi in imbranati giustizieri mascherati al soldo di persone arrabbiate che vogliono demolire via web l'immagine dei loro nemici.

Macchiati d'infamia dalla madre, fuggita anni prima con un bottino illecito, i due protagonisti de I peggiori si decidono a diventare eroi a pagamento pur di pagare l'affitto e non vedersi togliere la sorella minore dagli assistenti sociali. Cialtronissimo e ammiccante l'uno, serio e compassato l'altro, i Miele sono interpretati da Lino Guanciale e dal regista Vincenzo Alfieri: «Fin da piccolo ha spiegato quest'ultimo sono appassionato di fumetti e già dai tempi del liceo pensavo a un film su un rapporto tra fratelli che si mescolasse a un buddy movie alla Arma letale. Quando ho visto Hankcock ho pensato a un supereroe scemo, uno che prende un sacco di botte, e poi crescendo e confrontandomi con i problemi di soldi e lavoro ho elaborato I peggiori». 
 
 


Circondati da convincenti comprimari come Francesco Paolantoni, Miriam Candurro e Biagio Izzo, Guanciale e Alfieri si scatenano per le vie di Napoli protetti dalla maschera di Maradona e da un'improbabile tuta, inseguiti dai cattivi e osservati dalla polizia. Mix tra commedia, action, poliziesco, thriller e critica sociale, I peggiori ha un evidente debito verso le commedie innovative di questi ultimi anni: «Noi della nostra generazione dobbiamo tutto a Smetto quando voglio, Veloce come il vento e Lo chiamavano Jeeg robot ammette Alfieri - Hanno dimostrato che gli spettatori che vedono i film americani sono gli stessi che vorrebbero vedere un film italiano diverso».

Nell'elencare le sue fonti d'ispirazione per il ruolo, invece, il lanciatissimo Lino Guanciale cita il drugo de Il grande Lebowski e Deadpool, ma soprattutto I soliti ignoti e Il mattatore, e dice: «Ciò che mi piace di questa coppia di disgraziati è che non hanno l'ambizione di finire in Parlamento. Questo non è un film giustizialista, è un film estremamente realista in forma di commedia». Che, a giudicare dal finale, sembra promettere un sequel.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Maggio 2017, 12:15
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