Crazy for Football, De Biasi e Faraoni a Leggo: "Il calcio libera dalla malattia"

Crazy for Football, De Biasi e Faraoni a Leggo: "Il calcio libera dalla malattia"

di Valeria Arnaldi
«La gente pensa che il documentario sia, diciamolo, una rottura… Non è così invece. Questo film racconta una storia con una bella finalità ma è divertente, è una commedia ed è una bella storia di sport». Così il regista Volfango De Biasi, che ha diretto film come Natale col Boss e Natale a Londra, descrive il suo nuovo lavoro, il documentario Crazy for Football, nelle sale da giovedì, incentrato sulle vicende della prima nazionale italiana di calcio con giocatori affetti da problemi mentali che concorre ai mondiali per pazienti psichiatrici a Osaka.
 
 


In redazione a Leggo, De Biasi divide il titolo di “direttore per un giorno” con Alessandro Faraoni, uno dei protagonisti del film. Un progetto di cinema d’impegno, frutto della sensibilità e della formazione di De Biasi. «Vengo dal cinema impegnato - spiega il regista - I miei maestri sono Rossellini e Zavattini. So che è strano pensarlo di chi dirige cinepanettoni. Ho iniziato a fare commedie per caso, fa guadagnare e magari fa fare anche politica. Se potessi fare solo documentari e avere comunque uno stipendio, pure più basso, farei solo questo. È nei documentari che sono più libero». Protagonisti di Crazy for Football, un gruppo di pazienti che arrivano dai dipartimenti di salute mentale di tutta Italia, appunto, uno psichiatra, Santo Rullo, come direttore sportivo, un ex-giocatore di serie A di calcio a 5, Enrico Zanchini per allenatore e un campione del mondo di pugilato, Vincenzo Cantatore, a fare da preparatore atletico. Non è la prima volta che De Biasi si occupa di salute mentale.

«Avevo già fatto Matti per il calcio, nel 2006 - prosegue - credo che se hai un po’ di credibilità queste cose le fai. Nel 2018 vogliamo i mondiali. Quando si mette la maglia azzurra, la malattia non c’è più. Per il progetto abbiamo ottenuto grande appoggio da tutti, anche da Francesco Totti». «Noi siamo i cavalli di Basaglia», sottolinea Faraoni. Il successo pare annunciato. «Alla Festa del cinema di Roma abbiamo avuto quindici minuti di applausi - conclude De Biasi - Non li avevo mai avuti prima con gli altri lavori. È stata una grande soddisfazione».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Febbraio 2017, 09:48
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