Cannes, per Ostlund vittoria meritata in un Festival senza sussulti

Cannes, per Ostlund vittoria meritata in un Festival senza sussulti

di Michela Greco
Quasi a rappresentare gli “abbonati”, ovvero i maestri affermati che gareggiano per la Palma a ogni film e sono ciclicamente accusati di “occupare” il Festival di Cannes, l’eterno favorito Michael Haneke stavolta è stato ignorato. E la Palma d’Oro è andata - meritatamente - a un giovane regista svedese in ascesa.

Si chiama Ruben Ostlund, aveva folgorato la critica con il precedente Forza maggiore e ora, con The Square si impone grazie a un film che, provocando risate e disagio in egual quantità, misura l’abissale distanza umana che esiste tra benestanti e indigenti. E che nessuno - soprattutto i primi - è mai disposto a osservare prima ancora che ad ammettere.

Ostlund afferra la sua materia con forza, la intreccia con una incisiva satira sul mondo dell’arte contemporanea e sbatte in faccia allo spettatore l’ipocrisia delle buone intenzioni. Lo fa con padronanza stilistica e qualità dello sguardo, regalando scene cult come quella della disturbante performance di un uomo scimmia a una cena di gala. The Square trionfa, però, in un’edizione – la settantesima - che avrebbe dovuto “stupire con effetti speciali”, visto l’importante anniversario, e ha invece mostrato molte debolezze.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Maggio 2017, 08:49
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