Blade Runner 2049, Villeneuve: "Uno scenario da incubo il futuro senza digitale"

Blade Runner 2049, Villeneuve: "Uno scenario da incubo il futuro senza digitale"

di Michela Greco
«So bene che dirigere il sequel di un capolavoro garantisce poche possibilità di successo, ma ho accettato per amore del cinema, consapevole del fatto che è impossibile stabilire in anticipo come verrà accolto Blade Runner 2049». Alla soglia dei suoi cinquant'anni, nominato all'Oscar nel 2011 per La donna che canta che l'ha lanciato in una carriera hollywoodiana in vertiginosa ascesa, il regista canadese Denis Villeneuve si avvicina così all'uscita (il 5 ottobre) dell'attesissimo sequel della pietra miliare della fantascienza cinematografica firmata da Ridley Scott nel 1982. 

Dopo il notevole Arrival - con cui ha dimostrato di saper coniugare maestosità visiva e profondità dei contenuti - Villeneuve ha dunque accettato la sfida di rielaborare un film-monumento: «Non esiste arte senza rischio e con un pizzico di arroganza dico che questo è il mio miglior film». Ieri a Roma per incontrare la stampa facendo ben attenzione a non lasciar trapelare dettagli che rovinino la suspense, il cineasta ha spiegato: «Resta la visione bella, potente, da incubo del film del 1982, ma 2049 mostra che le cose non sono andate per il verso giusto: la situazione climatica si è evoluta in modo disastroso, si sopravvive in condizioni terribili, è stato persino necessario costruire un muro per proteggersi dall'oceano, il cui livello si è innalzato».

Un futuro prossimo per nulla confortante, popolato da replicanti e da cacciatori dei vecchi modelli di androidi che si sono ribellati all'uomo. «Questo film sarà anche una riflessione sulla fragilità digitale ha aggiunto Villeneuve infatti ho immaginato un black-out che ha cancellato tutte le memorie digitali, dimostrando che è necessario anche l'analogico. Il mio protagonista ha bisogno di mettere le mani nel fango, piuttosto che su una tastiera». È Ryan Gosling, nei panni dell'Agente K, colui che accompagnerà lo spettatore verso il futuro, «un personaggio che incarna la solitudine in un thriller esistenziale», ha specificato il regista. Che ha guardato al passato per creare il suo mondo fantascientifico: «Ho costruito tutti i set e fatto un uso limitatissimo della CGI. Sono tornato alle origini del cinema».

Nel cast di Blade Runner 2049 ci sono, accanto a Gosling, Harrison Ford (che torna a essere Rick Deckard), Robin Wright, Jared Leto e Sylvia Hoeks, che ha accompagnato il regista nella Capitale: «Il mio personaggio è Luv ha spiegato lavora per Wallace (Jared Leto, ndr) e fa qualunque cosa per lui, mentre è alla ricerca della sua identità. È una Audrey Hepburn sotto acido.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Settembre 2017, 08:44
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