'Beata Ignoranza', il cast a Leggo: "I social macchine orribili e meravigliose"

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di Michela Greco
I social media? «Un mondo parallelo bizzarro e profondamente aggressivo», ma anche un luogo in cui ci si può sentire più se stessi quando si flirta attraverso un monitor e una tastiera. Beata ignoranza, il nuovo film di Massimiliano Bruno al cinema da giovedì, si immerge nel mare magnum delle relazioni digitali attraverso i caratteri opposti dei suoi due protagonisti, entrambi professori di liceo. Se Ernesto (Marco Giallini), è un “cattocomunista” che insegna italiano declamando poesie in classe e conducendo una vita serenamente offline, Filippo (Alessandro Gassmann), sa fornire nozioni di matematica solo con l’aiuto di app, tablet e smartphone, è un seduttore impenitente e sa vivere solo iperconnesso.

Cresciuti insieme, ma poi divisi dal carattere e dalla vita, si ritrovano a insegnare tra i banchi dello stesso liceo e vengono coinvolti in una sfida da Nina (Teresa Romagnoli), una ragazza che viene dal loro passato e li convince, rispettivamente, a entrare nella rete e a uscirne. «Nell’immaginare questa storia - ha spiegato Massimiliano Bruno - siamo partiti con il chiederci chi siamo veramente. Siamo quelli online, che misurano il successo dal numero di like alle proprie foto su facebook, oppure quelli offline, che godono di una passeggiata, di un bel libro e nel guardare negli occhi la propria donna? La domanda centrale di Beata ignoranza, che tocca anche corde importanti della mia vita, è: che ci faccio con tutta questa comunicazione se poi non riesco a parlare con mio padre?». I due eroi, diversamente cialtroni, di questa avventura digitale, nella realtà hanno rapporti diversi con i social network: «Il mio è pessimo confessa Giallini - non per snobismo, ma perché non sono capace di rapportarmi con chi dice cose tipo ‘buongiorno mondo’».

«I social - risponde Gassmann - sono macchine orribili e meravigliose che possono offrire il meglio o il peggio. Possono far eleggere un presidente come Trump o portare l’informazione dove non c’è. Per questo credo che bisognerebbe insegnare nelle scuole cosa non fare sulla rete. Io li uso, ad esempio, per dare informazioni sul mio lavoro o per piccole battaglie civili sulla mia città».

IL CAST IN DIRETTA COI FAN «A tutti noi, in particolari momenti della nostra vita privata, è capitato di giocare un po’ alle spie sui social. A me è successo quando mi piaceva un ragazzo e volevo indagare su di lui: quello è stato il mio picco di utilizzo. Normalmente, invece, sono abbastanza moderata sul fronte digitale». Lo ha detto ieri Valeria Bilello nell’insolita riunione di redazione di Leggo tenutasi all’hotel NH di Roma, dove il regista Massimiliano Bruno e gli attori Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Teresa Romagnoli e, appunto, Valeria Bilello hanno incontrato le lettrici che hanno vinto il contest lanciato dal giornale raccontando la loro “follia social”. Romagnoli, la più giovane del cast, che in Beata ignoranza gira un documentario per studiare le relazioni ai tempi dei social network, sembra essere tutto tranne che folle, dentro e fuori dal set. «Nel film - ha spiegato - non si vede quasi mai il mio personaggio col telefono in mano, ma la si vede collegarsi via Skype con il fidanzato all’estero. Nella vita io sono abbastanza simile, vivo i social come una tecnologia che mi aiuta, infatti mi ritrovo spesso a video-collegarmi con i miei due fratelli che vivono a Madrid». L’attore e regista romano figlio d’arte, che in questa commedia incarna l’eterno Peter Pan, conduce invece da tempo una campagna su Twitter, dove ricorda a intervalli regolari che il Teatro Valle - uno dei tesori culturali di Roma - è in stato di abbandono da troppo tempo. «Sono piccole battaglie civiche - ha sottolineato Gassmann - Io non mi schiero per un partito o per l’altro, non mi interessa e voglio rimanere libero, ma rompo le scatole da cittadino perché voglio che i governanti facciano le cose per cui sono stati eletti. Dobbiamo ricordarci che i politici sono i nostri dipendenti. I francesi lo fanno e protestano anche troppo, noi italiani invece non protestiamo mai». Proprio nei giorni scorsi, qualcosa al Teatro Valle sembra essersi mosso: un esempio dell’efficacia “politica” dei social. Stasera, invece, circa 200 lettori di Leggo si muoveranno verso il cinema Adriano per accedere all’anteprima a inviti i cui biglietti, messi in palio dal nostro giornale, sono andati esauriti in meno di un’ora. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Febbraio 2017, 13:13
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