Anna Galiena a Leggo: "La mia vita, da San Giovanni a Hollywood. Dustin Hoffman? Uno spasso"
di Emiliana Costa
Galiena – reduce dal grande successo televisivo “Romanzo Famigliare” e fino al 4 febbraio al Teatro Parioli di Roma con “Notte di follia”, adattamento della pièce di Josiane Balasko, per la regia di Antonio Zavattieri – continua a raccontare la sua vita controcorrente: “Nel 1984 ho deciso di tornare a Roma. Mi avevano proposto di prendere la cittadinanza americana, ma avrei dovuto rinunciare a quella italiana e non ce l’ho fatta. E poi temevo di diventare come loro, troppo ambiziosa. Come Melanie Griffith”.
Ma i primi “anni romani” non sono semplici e dopo alcune collaborazioni l’attrice vola in Francia. “In Italia trovavo produttori che invece di farti leggere la parte, ti chiedevano se fossi fidanzata. A Parigi invece è arrivata la grande occasione con ‘Il marito della parrucchiera’ di Leconte”.
Negli anni ’90 l’attrice lavora con registi italiani e stranieri e nel 2002 viene diretta da Tinto Brass. “Era dieci anni che mi proponeva progetti, voleva fare il vero cinema. Poi è arrivato ‘Senso ‘45’. Una pellicola dalla sceneggiatura bellissima. Peccato che quando abbiamo iniziato a girare sia riemersa la tendenza a fare altro. Durante la lavorazione ci sono stati strappi e tensioni”.
Galiena, che oggi abita a Parigi, ha svelato quali sono le zone di Roma che preferisce: “Quando venivano a trovarmi gli amici, li portavo per i vicoli più nascosti. Il mio itinerario partiva dalle sponde dell’Isola Tiberina e poi all’improvviso ‘esplodeva’ l’Ara Coeli. Quando giri la Capitale devi perderti”.
E parlando del caso molestie sessuali a Hollywood, conclude: “Si chiama abuso di potere e ne sono vittime donne e uomini. Fa più colore parlare delle attrici, ma subiscono questo orrore anche operaie e operai. Ovviamente va combattuto”.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 2 Febbraio 2018, 17:29
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