Aldo, Giovanni e Giacomo, ecco 'Fuga da Reuma Park': “Siamo un po' vecchi e un po' bambini”

Aldo, Giovanni e Giacomo, ecco 'Fuga da Reuma Park': “Siamo un po' vecchi e un po' bambini”

di Michela Greco
«Sono passati 25 anni ma non noi siamo cambiati affatto, abbiamo sempre la stessa impronta comica». Lo rivendicano con orgoglio Aldo, Giovanni e Giacomo, l'affiatato trio della risata che da giovedì torna a competere nel Natale cinematografico italiano con Fuga da Reuma Park, diretto dagli attori stessi insieme a Morgan Bertacca. 

Il film, che li vede nei panni di tre vecchietti ormai abbandonati al loro destino in un assurdo Luna Park adattato a ospizio, è un modo per celebrare il venticinquesimo anniversario della loro carriera dopo il tour live portato nei palazzetti dello sport durante quest'anno e il libro Tre uomini e una vita, uscito a novembre con Mondadori. In questo Natale su grande schermo - che potrebbe essere l'ultimo come ammonisce la voce dall'altoparlante del Reuma Park - AG&G ripropongono una carrellata dei personaggi più celebri della loro storia artistica, dagli svizzeri di potevo rimanere offeso agli acrobatici bulgari, dal citatissimo Tafazzi agli uomini primitivi con Pdor figlio di Kmer, innestandoli in una trama esile che si snoda nella struttura geriatrica retta con pugno di ferro dall'infermiera Ludmilla (Silvana Fallisi).

Ritrovatisi dopo tanti anni, quando Aldo viene scaricato al Reuma Park dai figli omozigoti interpretati da Ficarra e Picone, i tre vecchietti tramano di scappare insieme con l'obiettivo di raggiungere Rio de Janiero in barca. «Le citazioni dei nostri spettacoli teatrali che sono nel film fanno parte della nostra storia», sottolinea Giovanni Storti riferendosi ai frammenti filmati delle loro performance live che compaiono a più riprese in Fuga da Reuma Park.

«Ho sempre amato - aggiunge Giacomo Poretti - raccontare di vecchietti che, alla fine, diventano sempre più un po' come bambini. Il segreto della nostra lunga intesa artistica sta probabilmente nel fatto che abbiamo litigato tante volte, ma poi abbiamo sempre avuto il buon senso di fare un passo indietro e pensare che l'altro potesse avere ragione».

«Abbiamo sempre cercato insieme delle storie - gli fa eco Aldo Baglio - e avuto un profondo rispetto gli uni degli altri». A chiudere il film, unico elemento creativo nuovo, c'è la canzone originale A Copacabana, cantata dal trio ma scritta e musicata da Mauro Pagani, anche autore della colonna sonora.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Dicembre 2016, 08:37
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