Sulle orme di Don Chisciotte: la Spagna del Cervantes

Sulle orme di Don Chisciotte: la Spagna del Cervantes

di Isabella Pascucci
«Ed ecco intanto scoprirsi da trenta o quaranta mulini da vento, che si trovavano in quella campagna; e tosto che don Chisciotte li vide, disse al suo scudiere: "La fortuna va guidando le cose nostre meglio che noi non oseremmo desiderare. Vedi là, amico Sancho, come si vengono manifestando trenta, o poco più smisurati giganti? Io penso di azzuffarmi con essi, e levandoli di vita cominciare ad arricchirmi colle loro spoglie"» (Don Chisciotte, cap. VIII).

A quattrocento anni di distanza, quei "giganti" si ergono ancora nella regione spagnola della Mancha-Castilla (www.spain.info), lì dove Miguel de Cervantes ambientò le avventure del suo contro-eroe, dell'hidalgo più celebre della letteratura di tutti i tempi. A 400 anni dalla morte del grande scrittore spagnolo, intraprendiamo un viaggio, tra lo storico e il letterario, sulle orme di Don Chisciotte.



I documenti, infatti, ci dicono che Cervantes morì il 23 aprile 1616 a Madrid, ma il nostro itinerario prende le mosse dalla cittadina in cui nacque il 29 settembre 1547, la città patrimonio Unesco di Alcalà, dove la casa natale di Cervantes è stata trasformata in museo (www.museocasanataldecervantes.org): qui arredi e atmosfere d'epoca ricostruiscono i primi anni di vita del grande scrittore e, all'ingresso, su una panchina, le statue bronzee di Sancho e del suo padrone dialogano come due vecchi amici.



Incamminiamoci ora lungo la Ruta de Don Quijote, il percorso che taglia la Spagna, toccando i centri citati nel capolavoro letterario. Si inizia da Argamasilla de Alba, non un luogo a caso, visto che qui, nella Cueva de la Casa de Medrano (www.argamasilladealba.es), oggi visitabile, Cervantes rimase prigioniero per vari mesi.



Si prosegue per Puerto Lapice, dove - narra Cervantes - Don Chisciotte incontra la sua prima locanda e la scambia per un castello, e qui si fa ordinare cavaliere… dal locandiere. Ovviamente, questo villaggio è il luogo più adatto per una pausa culinaria, pranzando in una delle caratteristiche taverne, gustando il delizioso vino locale e il famoso formaggio tipico, il Manchego.



Ma è a El Toboso che si lega la figura di colei che fece battere forte (e spezzò) il cuore del cavaliere errante, perché, come scrive amaro Cervantes: «È naturale istinto nelle donne sprezzar chi le ama, e amar chi le odia». In questa cittadina si trova la casa museo della Dulce Ana (www.turismocastillalamancha.es), figura femminile che fornì a Cervantes l'ispirazione per plasmare il personaggio di Dulcinea. Ma nel museo, ricavato da una dimora rurale del XVII secolo, si conservano anche 200 copie del celebre romanzo, autografate da altrettanti personaggi famosi.



Si prosegue fino a Consuegra con i suoi 12 giganteschi mulini a vento cinquecenteschi "dalle braccia smisurate" contro i quali guerreggiò Don Chisciotte e che si stagliano, ancora oggi, contro il cielo. I mulini si allineano sulla sommità del Colle Calderico, formando la famosa "Crestería Manchega" di Consuegra e uno di essi, il Mulino Sancho Panza, consente di osservare il meccanismo di macinatura originale, impiegato fin dai tempi di Cervantes. Altri elementi suggestivi del paesaggio sono il Castello medievale dei Templari e le chiese del Santísimo Cristo de la Vera Cruz e di Santa María la Mayor. A Madridejos, poi, sopravvive l'ultimo mulino a vento esistente, quello del Tío Genaro, aperto al pubblico; e qui potrete visitare il Museo dello Zafferano.

Altra tappa imperdibile è la signorile cittadina di Orgaz, con il suo castello medievale, le dimore nobiliari, come Casa del Vínculo, e la pittoresca chiesa di Santo Tomás. A sei chilometri si trova la cittadina di Mora, famosa per la produzione dell'olio d'oliva: concedetevi una visita guidata al Museo dell'Olio e al Museo del Frantoio, per poi continuare con la visita all'eremo della Virgen de la Antigua e al maestoso Castello medievale di Piedras Negras.



Con altri 25 chilometri di viaggio, eccoci a Tembleque, dopo un breve percorso nel cuore della Mancha: qui il complesso artistico della Plaza Mayor restituisce un esempio mozzafiato della tipica architettura locale; splendido anche il Palazzo delle Torres.



E per finire, gran finale nel cuore della splendida Toledo, dalla quale - narra Cervantes - sarebbe giunto il manoscritto arabo che ispirò allo scrittore il suo avventuroso capolavoro. Dall'Alcázar alla baluginante Cattedrale, la città, appartenuta all'antico Regno di Castiglia, è un autentico incanto e fonte di quella Bellezza che genera Sapienza. Perché, come scriveva Cervantes: «Visitare terre lontane e conversare con genti diverse rende saggi gli uomini».
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Giugno 2016, 18:16
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