Chicago, l'altro San Valentino

Chicago, l'altro San Valentino

di Isabella Pascucci
Niente palloncini a forma di cuore e rose rosse. Oggi si parte alla scoperta di un altro San Valentino, fatto di pallottole, montagne di bigliettoni, bulli e pupe. È a Chicago, città più grande dell'Illinois, affacciata sulle sponde dello splendido lago Michigan, che il 14 febbraio 1929 si consumava una delle più leggendarie stragi mafiose di tutti i tempi, quel Massacro di San Valentino firmato dallo spietato Al Capone.



Il garage al 2122 di N. Clark Street, in cui 7 malavitosi della banda di Bugs Moran furono crivellati di colpi, non esiste più, demolito nel 1967: al suo posto sorge il parcheggio recintato di una clinica. È questa una delle tappe obbligate dei Gangster tour, le visite organizzate a bordo di seriosi pullman neri, in cui l'autista e le guide-attori sono vestiti in perfetto stile anni '20, con tanto di panciotto a righe, orologio da taschino e lobbia; ma non solo, perché nel bel mezzo della visita, sarete coinvolti in divertentissimi e inaspettati inseguimenti, con il bus che sguscia, a tutto gas, per sfuggire ai "piedipiatti".



Eccoci alla Holy Name Cathedral, tempio cattolico della città, ricostruita nel 1875 dopo il grande incendio di Chicago (1871); sembra una pianta spinosa in mezzo ad una foresta di sequoie, intrappolata com'è tra svettanti grattacieli. L'imponenza della facciata neogotica e l'eleganza degli interni raccontano la storia di tanti bravi ragazzi italiani che qui venivano a pregare, pur militando tra le fila della famigerata Mano nera. Come lo stesso Alphonse Capone, arrivato a Chicago all'età di vent'anni, nel 1919. Solo cinque anni prima, veniva completato il Biograph Theater, altro luogo simbolo della Chicago degli Intoccabili, al 2433 di North Lincoln Avenue: oggi è un teatro rinomato, ma nacque come sala cinematografica.



E proprio uscendo da qui il 22 luglio 1934, dopo aver visto la pellicola Manhattan Melodrama, il gangster John Dillinger - altro famoso boss dell'epoca della Depressione americana - veniva freddato a colpi di pistola dagli agenti dell'Fbi. Imperdibile il Renaissance Blackstone Hotel, all'angolo tra Michigan Avenue e Balbo Street, dove si racconta che Al Capone andasse a farsi lucidare le scarpe.



Il colossale edificio, costruito tra il 1908 e il 1910, è stato location di pellicole immortali: dalla scena del banchetto di The Untouchables, con Al Capone-Robert De Niro che colpisce un ospite con una mazza da baseball, a quelle dei film Il Colore dei soldi e Mister Hula Hop. E in tema di Cinema, fate un salto anche alla Union Station, per salire sulla scalinata resa immortale dal capolavoro di Brian De Palma. Allontanandoci, poi, dal clamore della metropoli, raggiungiamo il Mount Carmel Cemetery dove riposano tanti famosi criminali, da Sam Giancana ai Fratelli Genna, e anche lo stesso Capone, la cui tomba reca l'invocazione "My Jesus Mercy". A giustiziare il leggendario boss, il 25 gennaio 1947, ad appena 48 anni, non fu un regolamento di conti tra bande, ma un ictus e una banale polmonite, conseguenze della sifilide che lo affliggeva da anni.



Ma la Chicago di Scarface è anche quella delle note scatenate del Charleston e di tazze di latte... a 40 gradi. Sono molti i locali cittadini, ancora funzionanti, già protagonisti degli anni roventi del Proibizionismo. Al 2121 di N Clark St, proprio di fronte al garage del Massacro di San Valentino, sorge il Chicago Pizza and Oven Grinder Co.: secondo alcuni, in quella tragica notte, l'edificio servì ai sicari armati per appostarsi. E al 226 di S Wabash Ave sorge l'Exchequer Restaurant & Pub, frequentato da Al Capone quando si chiamava 226 Club.  
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Febbraio 2017, 16:48
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