Pokemon Go, l'allarme della psicologa:
"Non sarà una moda passeggera"

Pokemon Go, l'allarme della psicologa: "Non sarà una moda passeggera"
La caccia alle creaturine colorate nelle città di tutto il mondo «non sarà una moda passeggera, destinata ad esaurirsi con l'estate 2016». Ne è convinta la psicologa Federica Mazzeo, dell'Ordine degli psicologi del Lazio, che ha provato il gioco ed è convinta che «sarà un tormentone che andrà ben oltre questa estate.

Complice non tanto il successo di marketing, che è innegabile, quanto la fascinazione della realtà aumentata e la possibilità di accedere a qualcosa che in effetti non esiste. Una proposta allucinatoria che è la vera novità del gioco, a questo livello in effetti piuttosto noioso», confida la psicologa all'Adnkronos Salute, dopo averlo provato.

«Come tutte le mode, la Pokemon-mania avrà un picco. Ma possiamo essere sicuri che non finirà in pochi mesi. Il gioco verrà aggiornato, e ad esempio gli esercenti di negozi e locali vorranno entrare in Pokemon Go. Certo sono già molti gli allarmi, i fake e le notizie di reali incidenti dovuti a distrazione dei giocatori. Tutto sommato - riflette - ritengo ci siano alcuni aspetti da valutare con attenzione, dal punto di vista della psicologia sociale: la realtà aumentata si sta imponendo all'attenzione, rendendo più labile il confine tra ciò che percepiamo essere nel mondo e ciò che c'è realmente».

«Certo emerge l'importanza di valutare la legittimità di giocare in ambienti come Auschwitz, ma a far pensare è anche il fatto che nel gioco prende vita una fantasia non auto-generata», prosegue. Che effetti potrà avere sulla fantasia dei giovanissimi? «Sappiamo che la fantasia è importantissima per il bambino, gli consente di crearsi una sua realtà e di mettere alla prova le sue abilità».

In questo modo, muovendosi in un mondo che è un pò vero ma anche un pò artefatto, la fantasia non viene stimolata. «Ci troviamo in un mondo ipersaturo di oggetti, alcuni veri e altri artificiali, che non è possibile manipolare».

Fra gli interrogativi, dunque, ci sono le conseguenze sulla capacità di immaginazione, ma anche quelle sull'attenzione, di giocatori grandi e piccoli. «Aderendo a questo principio allucinatorio posso perdere attenzione alle cose reali. In effetti, durante il gioco vedo cose che non ci sono, un principio della psicopatologia», prosegue Mazzeo, convinta che si offra un potenziale in più al fenomeno dissociativo.

Altro elemento interessante, quello «dell'infantilizzazione: siamo in un contesto ludico, e si vedono persone anche molto adulte prese da questo gioco».

«Tutti i videogame sollecitano comportamenti compulsivi, certo, ma in questo caso la novità è che l'immaginazione viene saturata. Dopo ore alle prese con la caccia alle creature, tornare alla realtà può diventare difficile. Insomma, il fascino della realtà aumentata, la novità e l'accessibilità di Pokemon Go sono tutti elementi interessanti, su cui riflettere», conclude.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Luglio 2016, 16:08
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