Gli studenti italiani penultimi in Europa, lievi miglioramenti solo in matematica
di Lorena Loiacono
La classifica è stata stilata in base ai test Programme for international student assessment (Pisa)-Invalsi 2015 sulle competenze dei 15enni. Un crollo medio che non riguarda però tutta Italia: Bolzano, Trento e la Lombardia sono tra i primi a livello mondiale, compresi altri 37 paesi fuori dall’Ocse, la Campania invece sprofonda in classifica al pari di Azzorre e Argentina. Brutti risultati, quindi, nonostante i ragazzi italiani stiano sui libri molto più degli altri: 50 ore settimanali, tra casa e scuola, contro le 36 della Finlandia e le 41 del Giappone. Analizzando i voti, emerge che in scienze l’Italia è al 27° posto su 35 con 481 punti contro una media Ocse di 493, come Croazia e Ungheria.
Solo il 4% degli studenti italiani è un “top performer” contro una media Ocse dell’8%. Stesso risultato per la lettura per cui l’Italia è al 26° posto con 485 punti contro i 493 di media internazionale. Top performer è solo il 5,7% degli studenti contro l’8,3% Ocse. Si alzano invece i voti di matematica con 490 punti, in linea con la media Ocse, al pari di Francia e Gran Bretagna. La percentuale dei migliori è salita di 3,5 punti fino a raggiungere il 10,5% del totale. Ma i guai, in pagella, arrivano anche per le assenze: il 55% degli studenti, oltre uno su due, ha marinato la scuola contro una media Ocse del 20% e un aumento di 7 punti sul 2012.
A risentirne, ovviamente, è la preparazione. Gli studenti che saltano le lezioni hanno in media 31 punti in meno in scienze rispetto a chi frequenta regolarmente. Promossa a pieni voti, invece, la scuola italiana in merito all’equità nell’istruzione: le differenze socio-economiche condizionano solo il 10% delle variazioni della performance rispetto a una media Ocse del 13%. Inoltre i ragazzi delle scuole pubbliche raggiungono 40 punti in più in scienze rispetto ai coetanei che frequentano le private.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Dicembre 2016, 09:12
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