Il virus dei neonati, vaccino nel pancione per curare il nemico invisibile che colpisce il 70% dei piccoli entro nel primo anno di vita -Guarda

Il virus dei neonati, vaccino nel pancione per curare il nemico invisibile che colpisce il 70% dei piccoli entro nel primo anno di vita -Guarda
Il virus dei neonati, ecco il vaccino nel pancione per curarli. Bimbi vaccinati fin dal 'pancione' contro l'Rsv, il virus respiratorio sinciziale che nei Paesi in via di sviluppo rappresenta la seconda causa di morte dopo la malaria. Proteggere i neonati attraverso la profilassi delle mamme in gravidanza è una delle strategie allo studio per combattere un nemico invisibile che colpisce il 70% dei piccoli entro nel primo anno di vita.

Sulle novità in sviluppo si confrontano gli esperti riuniti per il 35esimo Congresso nazionale di antibioticoterapia in età pediatrica, che si chiude oggi a Milano. Ogni anno - ricordano gli specialisti - nel mondo si osservano 150 milioni di nuovi casi di bronchiolite. Si tratta di una malattia infettiva acuta delle vie aeree inferiori, altamente contagiosa e caratterizzata da edema e muco più che da broncospasmo. Il picco di incidenza è nei mesi invernali, fra novembre e marzo. L'infezione fa sempre più paura, considerando che il tasso di ospedalizzazione per bronchiolite è aumentato negli ultimi 10 anni sfiorando il 3%, soprattutto bambini nati pretermine e in quelli con patologie associate (fibrosi cistica, malattie neuromuscolari, immunodeficienza, malattia cardiaca o respiratoria di base). E il primo bersaglio da centrare per contrastare la bronchiolite è l'Rsv, responsabile del 75% dei casi di malattia. Inoltre, è ormai nota la correlazione tra infezioni da Rsv nella prima infanzia e successivo sviluppo di sibilo ricorrente e asma in età adulta.

«Nei casi di bronchiolite le opzioni terapeutiche raccomandate sono oggi limitate - spiega Susanna Esposito, presidente del Congresso e di Waidid (Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici), e direttore dell'Unità di pediatria ad alta intensità di cura del Policlinico-università degli Studi di Milano - Non trovano indicazione i corticosteroidi, il ruolo dei beta2-stimolanti è dibattuto e l'effetto dell'adrenalina è controverso. Pertanto le linee guida internazionali suggeriscono che il trattamento primario rimanga in gran parte sintomatico, con la somministrazione di liquidi e di ossigeno, se necessario, ed eventualmente con un tentativo di terapia con broncodilatatori (salbutamolo o epinefrina). Inoltre, iniziare in tempo un trattamento con soluzione salina ipertonica potrebbe temporaneamente contribuire a migliorare il muco ostruente e l'edema delle vie aeree. Gli antibiotici non sono raccomandati per la bronchiolite, a meno che non vi sia sospetto di complicazioni come la polmonite batterica secondaria». Ecco perché lo sviluppo di misure preventive efficaci contro la bronchiolite è certamente una priorità, evidenziano gli esperti, e la messa a punto di un vaccino sicuro e immunogenico contro l'Rsv resta una delle sfide profilattiche dei nostri giorni. Attualmente la nuova frontiera della vaccinazione anti-Rsv è rappresentata dallo sviluppo di vaccini vivi attenuati, o di vaccini inattivati a subunità da somministrare alle madri in attesa.

«I vaccini a base di virus vivo attenuato - prosegue Esposito - rappresentano un'opzione preventiva estremamente attraente, poiché permettono di ovviare alla problematica dell'instabilità connessa ai vaccini anti-Rsv.
Tuttavia si rendono necessari ulteriori studi per ottenere il giusto profilo di immunogenicità e sicurezza soprattutto nella prima infanzia. Un differente filone di ricerca, poi, si sta dedicando allo sviluppo di vaccini a subunità virali per l'immunizzazione delle donne in gravidanza. Riguardo infine le nuove terapie, sono in corso diversi studi clinici nel bambino nei primi mesi di vita per valutare l'efficacia di alcune molecole con effetto antivirale, con l'obiettivo di arrivare a una terapia specifica per le infezioni sostenute da Rsv». Al momento - concludono gli specialisti - l'unica strategia preventiva approvata, cioè l'immunoprofilassi passiva con palivizumab, è indicata solo in bambini a elevato rischio di contrarre l'infezione. Questa categoria di pazienti, tuttavia, incide solo in minima parte sul totale delle infezioni e delle ospedalizzazioni da Rsv.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Ottobre 2016, 16:31
© RIPRODUZIONE RISERVATA